Nuovo allarme, la virologa: «Ci sono troppi morti in Lombardia, forse il coronavirus è mutato»

21 Mar 2020 13:47 - di Redazione
coronavirus

Qualcosa non va, l’allarme è alto, i conti non tornano. Il coronavirus Sars-CoV-2 «potrebbe essere mutato». Ad avanzare l’ipotesi è Maria Rita Gismondo. È la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento contro Covid-19. L’esperta esprime «un pensiero convergente» con quello della virologa Ilaria Capua, docente all’università della Florida. «In Lombardia c’è qualcosa che non comprendiamo. Si sono superati i morti della Cina in un’area infinitesimamente più piccola e in un tempo minore».

L’aggressività del coronavirus

«Sta succedendo qualcosa di strano», avverte Gismondo parlando all’AdnKronos Salute . «In Lombardia c’è un’aggressività del coronavirus che non si spiega. Le ipotesi possono essere tutte valide»,  precisa. «Ma una è che il virus sia forse mutato». Per questo «lancio un appello alla comunità scientifica: uniamoci per capire», esorta la virologa. «Se tutti ci mettiamo insieme e ne studiamo un pezzetto, probabilmente riusciremo a comprendere».

Entrato in Italia dalla Germania e dalla Cina

Il virus è entrato in Italia due volte, dalla Germania e dalla Cina, in momenti diversi. È quanto emerge dallo studio condotto dal gruppo di epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma guidato da Massimo Ciccozzi. «La ricerca che abbiamo effettuato dimostra che in Italia si sono succeduti due differenti eventi epidemici in due momenti distinti e probabilmente distanti tra loro. Uno che viene direttamente dalla Cina, l’altro invece da un Paese europeo, probabilmente la Germania. Ciò significa che non siamo stati noi italiani gli untori dell’Europa, bensì quelli che hanno subito l’evento”, spiega Ciccozzi.

Lo studio sul coronavirus

Il lavoro è stato condotto con le tecniche dell’epidemiologia molecolare, che sfruttano modelli matematici e statistici applicabili a tutte le sequenze di genomi completi del coronavirus isolato nei pazienti infetti. «In pratica queste tecniche – spiega ancora Ciccozzi – permettono di dire, sulla base delle differenze genetiche isolate, se un gruppo di pazienti ha subito lo stesso evento epidemico o se l’evento epidemico è dovuto a un solo paziente. In questo caso si è visto che sono due gruppi di eventi epidemici in Italia leggermente distanziati a livello temporale l’uno dall’altro”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Michele 22 Marzo 2020

    Io questi sintomi, mal di gola, tosse secca insistente, a fine gennaio 2020, ad un certo punto, ero intenzionato ad andare presso il pronto soccorso, la sera ho preso una aspirina, la mattina la tosse era cessata, ma restava un forte mal o preso caramelle forti che trovo solo in autostrada (fchescen) nel giro di 48 ore e cessata anche la tosse. Ora sono in quarantena da fine febbraio, sono 20 giorni che sono in casa, ma ho sempre un po di raffreddore, e ogni 4/5 giorni mi viene da sternutire, ma e superficiale, io penso che lo gia avuto il coronavirus, a me a dato solo fastidio, spero solo che dopo 20 giorni chiuso a casa sia servito a qualcosa, e cq se resto a casa ancora saranno 40 giorni che sono chiuso in casa, ho il frizer a pozzo posso resistere ancora un mese senza uscire a fare la spesa.

  • Luciano cavallo 22 Marzo 2020

    Ma è la stessa “esperta” che ha diffuso la notizia che eravamo di fronte ad una specie di influenza ? Se si ancora si pubblicano le opinioni di questa “esperta” ? Ancora non interviene l’Ordine per radiarla o meglio per denunziarla per diffusione di notizie false (art 656 cod penale) o comunque tutte da dimostrare che possono suscitare comportamenti errati e pericolosi con l’aggravante che la diffusione è realizzata da una persona considerata “esperta” ?

  • federico 22 Marzo 2020

    Per sconfiggere il virus ci sono tre modelli: Cina, Giappone, Corea. Del modello giapponese e coreano non sappiamo quasi nulla, pare abbiano usato tale farmaco Avidan. Il modello cinese era basato su tre elementi: mascherine obbligatorie per tutti, protezioni di elevata sicurezza per i medici, chiusura di un’area pari al 4% della popolazione. Noi non facciamo nessuna di queste cose, medici e popolazione senza alcuna protezione, solo cose da medioevo: quarantena, grida, caccia agli untori.