Nuovi contagi in discesa per il quarto giorno consecutivo. Meno morti anche oggi

25 Mar 2020 19:17 - di Guido Liberati
nuovi contagi

Sono 3.491 i nuovi contagi per il coronavirus. Un dato in calo rispetto a ieri quando se ne erano registrati 3.612 e rispetto a lunedì (3.780). È il quarto giorno consecutivo in cui il numero di contagiati scende. Il totale dei malati sale a 57.521. Sono i dati resi noti dal Dipartimento della Protezione Civile. Dall’inizio dell’emergenza sono state contagiate in totale 74.386 persone.

Nuovi contagi e decessi del 25 marzo

Oggi i guariti sono 1.036, in totale le persone che hanno superato il coronavirus in Italia dall’inizio dell’emergenza sono 9362. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile. Il capo dipartimento, Angelo Borrelli, non ha partecipato alla conferenza stampa perché stamattina ha manifestato sintomi febbrili e una lieve afonia. Borrelli prosegue il suo lavoro da casa mentre il Dipartimento continua ad operare.

Il giallo di Borrelli con la febbre e la concomitanza con Conte

In un primo momento, la Protezione civile aveva annullato la conferenza stampa a tempo indeterminato. Solo alle 17,40 c’è stato un ripensamento. Alle 18, il premier Conte ha invece riferito in Parlamento. Una singolare coincidenza temporale che non è sfuggita a molti. La conferenza stampa della Protezione civile rischiava di “offuscare” la visibilità mediatica di Conte? Non è escluso che anche dietro questo goffo tentativo, ci sia lo zampino del responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi.

Anche i rappresentanti dell’Iss avevano la febbre?

Curioso notare, inoltre, che la conferenza stampa di oggi, per la prima volta, non abbia avuto alcun rappresentante scientifico. Nessuno dell’Istituto superiore di sanità, nessuna autorità medica. Erano tutti raffreddati e febbricitanti? Terzo indizio singolare, la conferenza stampa è stata la più breve dall’inizio dell’emergenza coronavirus. I due rappresentanti della Protezione Civile (Luigi D’Angelo e Agostino Miozzo) sono stati lapidari e velocissimi. Le domande concesse ai giornalisti pochissime. E le risposte sono particolarmente fulminee.

Come ricordava Giulio Andreotti, uno che nelle emergenze nazionali chiamava un certo Zamberletti e non un commercialista, a pensar male si fa peccato, ma di solito ci si azzecca.

 

Commenti

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  • gino chiesa 26 Marzo 2020

    Lo penso anch’io, grazie