“Gli ospedali sono costretti a scegliere chi curare. Ecco le prove”: la denuncia della Siora Gina (video)
“I nostri eroi non ce la fanno più e sono costretti a scegliere chi curare“. È la denuncia della Siora Gina, il popolare personaggio social di satira politica inventato dall’avvocato Maria Cristina Sandrin. In questi tempi, però, neanche al Siora Gina, una sorta di moderna “casalinga di Voghera”, ha tanta voglia di scherzare: le notizie che le arrivano, spiega, sono realmente drammatiche. Ed è così che la Siora Gina – o meglio la sua pagina – finisce per restituire la sua voce all’avvocato Sandrin, per vere e proprie denunce politiche e sociali.
Pazienti malati rimandati a casa: ecco i referti
“Ho due referti di dimissioni di pazienti Covid-19. Un uomo, 80 anni, viene dimesso con polmonite bibasale Covid positiva in FA cronica. Il tampone di controllo risulta ancora positivo. L’altro, una donna di 74 anni, condizioni alle dimissioni e diagnosi finale: insufficienza respiratoria e polmonite da Covid”, spiega Sandrin in un video caricato in queste ore sulla pagina della Siora Gina, mostrando anche i passaggi dei referti.
La Siora Gina: “Qui qualcosa non quadra”
“Qui qualcosa non quadra e chiedo che si differenzi il dato decessi avvenuti in ospedale da quelli avvenuti in casa“, prosegue l’avvocato Sandrin, sottolineando che, anche alla luce di questi casi, è lecito pensare che la diminuzione degli accessi in ospedale non significhi necessariamente che la curva sta scendendo, ma che si lascino i malati a casa, non essendoci più posti nei nosocomi. “Ma non sappiamo come possa andare a finire. Io – conclude – dal canto mio posso solo pregare“.
Chiunque si trovasse nella impossibilità di curare per la stessa patologia un quarantenne ed un settantenne a chi darebbe la priorità d’assistenza? Cosa accade da sempre con i trapianti di cuore, se non la stessa legge logica, a meno che non vi siano problemi di incompatibilità? Certo che si tenti il massimo per entrambi, ma il successo terminale dell’investimento umano quante possibilità di successo avrà fra un cinquantenne o settantenne? A parità di impegno profuso chi ha più possibilità di sopravvivenza? Se mancano i respiratori, quelli che ci sono a chi vanno resi disponibili? A chi ha rapide possibilità di recupero o chi ha alte possibilità, comunque, di morte? Ho 75 anni e penso che sia assolutamente giusto così. E’ stato detto che siamo in guerra. Ebbene in guerra si cura chi rientra rapidamente sul fronte, poi mano mano gli altri. Appena possibile si ricostruiscono le fabbriche ed il lavoro. Le chiese se le sistemi il Vaticano, perché una buona S.Messa si fa anche per strada ed in piedi.