La Gran Bretagna sceglie una strategia debole. Forse già 10mila i contagiati, ma le scuole restano aperte

13 Mar 2020 16:38 - di Redazione

Circa il 60% della popolazione del Regno Unito dovrebbe essere infettata dal coronavirus per far sì che la società possa guadagnare una immunità di gregge dai futuri focolai, dato che l’infezione potrebbe tornare “di anno in anno”. Lo ha affermato a Sky News il principale consigliere scientifico del governo britannico, Sir Patrick Vallance.

I casi confermati in Gran Bretagna

Il numero di casi confermati nel Regno Unito ha raggiunto quota 590 – un aumento di 134 in 24 ore, anche se Vallance ritiene che il numero effettivo di persone infette nel Paese, al momento, potrebbe essere compreso tra 5.000 e 10.000. Secondo l’esperto, che ha pronunciato parole destinate a far discutere, la maggioranza della popolazione inglese, pari a oltre 65 milioni di persone, dovrebbe essere infettata dal coronavirus per far sì che si riduca il rischio di diffusi focolai futuri. “Pensiamo che questo virus probabilmente si presenterà di anno in anno – ha fatto notare – diventando come un virus stagionale. Se la comunità ne diventerà immune, questa rappresenterà una parte importante del controllo a lungo termine. Circa il 60% è la percentuale necessaria a ottenere l’immunità di gregge”, che solitamente si raggiunge attraverso la vaccinazione di massa, non con le infezioni dirette.

La frase choc di Boris Johnson

Dichiarazioni che sono sembrate sinistre dopo le parole pronunciate da Boris Johnson secondo il quale le famiglie dovranno prepararsi a vedere «molti dei loro cari morire prima che sia giunta la loro ora». Dopo che la strategia di Downing Street era stata interpretata come volontà di non contenere il contagio, il governo britannico è corso ai ripari.

“Il nostro obiettivo è ridurre il picco dell’epidemia così che il Servizio sanitario nazionale sarà in una condizione più forte, quando le condizioni climatiche miglioreranno”, ha detto un portavoce del premier secondo quanto riportano i media britannici. Il prortavoce del premier ha inoltre ribadito che il governo si muove in base ai suggerimenti dei suoi consulenti scientifici.

Stamani, Johnson ha partecipato ad una riunione a Downing Street con il chief medical officer e il chief scientific adviser del governo, nella quale ha ricevuto un briefing sugli ultimi sviluppi dell’epidemia. Tuttavia, non si placano le critiche all’operato del premier, che nella conferenza stampa di ieri, dopo una riunione del comitato di emergenza Cobra, ha escluso per il momento la chiusura delle scuole e degli eventi pubblici. In particolare, a puntare il dito contro il governo è l’ex ministro della Salute, Jeremy Hunt, che parlando all’emittente Channel 4 ha detto di ritenere “sorprendente e preoccupante che non stiamo facendo nulla, quando abbiamo appena quattro settimane prima di arrivare al livello dell’Italia”.

Commenti

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  • riccardo francione 14 Marzo 2020

    Sono dei boriosi bastardi e il loro primo ministro è un idiota. Non capisco come un grande popolo possa essere caduto così in basso nello scegliere i suoi governanti.
    Paragonare un popolo ad un gregge di pecore è quanto mai offensivo per una nazione di quel livello. Optare la scelta di far morire i propri sudditi per poter ottenere una immunità globale è roba da abitanti delle caverne e certamente non accettabile da una democrazia evoluta.

  • Silvia Toresi 14 Marzo 2020

    Chi è causa del suo mal pianga se stesso!!!!!!