Impennata di contagi, sono oltre 1500. Allerta anche in Germania, Francia e Usa

1 Mar 2020 18:54 - di Redazione

Salgono a 1577 i casi di contagio da Covid 19 in Italia. Lo ha confermato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli: settecentonovantotto (pari al 51%) sono in isolamento domiciliare e non hanno sintomi – ha continuato – 639 sono ricoverati con sintomi (41%), 140 di cui 106 in Lombardia sono in terapia intensiva. Cresce anche il numero dei guariti: sono 83. Rispetto alla giornata di sabato, sono 33 in più. Solo in Lombardia sono stati rilevati 984 casi, 406 i ricoverati. Le vittime sono 34.

I contagi in Germania

Il virus fa paura non solo in Italia. Sono 117 i casi di contagio in Germania, in chiaro aumento rispetto ai 66 casi riportati precedentemente. Lo ha riferito oggi l’istituto Robert Koch. Per i Land del Baden-Wurtemberg e della Baviera, intanto, è scattato per gli alunni che rientrano da zone a rischio il provvedimento di rinvio del rientro a scuola dopo le vacanze di carnevale. Inoltre sono stati cancellati diversi grandi eventi in programma per i prossimi giorni. I Land finora interessati dall’emergenza sono la Baviera, il Baden-Wurtemberg, l’Assia, la Bassa Sassonia, il NordReno Westfalia, Amburgo, Brema, Schleswig-Holstein e Renania-Palatinato. Non si sono verificati casi nel Saarland e nei Land nati dai territori già parte della Repubblica democratica tedesca.

Paura in Francia

Colpita anche la Francia, dove si registrano 100 casi.  La paura del contagio ha spinto i dipendenti del Louvre a riunirsi in assemblea per chiedere urgenti misure di prevenzione. Il museo è rimasto temporaneamente chiuso con centinaia di turisti in fila. Il governo francese ha già annunciato il divieto di qualsiasi raduno al chiuso di più di 5mila persone, a causa dell’alto rischio di propagazione del virus in queste situazioni di affollamento. Una situazione che è quotidiana nel Louvre, frequentato ogni giorno da oltre 40mila persone, con problemi di ressa in alcune sale, in particolare quella che ospita la Gioconda.

Prima vittima negli Usa

Paura anche negli Usa dove c’è la prima vittima ufficiale del virus. Si tratta di un uomo che viveva nell’area di Seattle, contea King County. Uno dei nuovi casi nello Stato di Washington, in Oregon e in California che non hanno contatti con persone rientrate da zone contaminate. Gli Usa sconsigliano i viaggi in Italia e hanno innalzato il livello di allerta.

Quando finirà?

Quando si vedranno risultati positivi delle strategie di contenimento? “Le prossime due settimane saranno decisive per capire se si riesce a ottenere un controllo o in ogni caso una mitigazione della velocità che porta ad avere tanti casi gravi contemporanei”. Lo sottolinea il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’università degli Studi di Milano. “Saranno settimane fondamentali”, è convinto l’esperto. “Si è deciso di somministrare una medicina amara come il distanziamento sociale, l’allentamento dei contatti fra persone. E’ come se avessimo una terapia antibiotica – è il parallelismo usato da Pregliasco – bisogna andare fino in fondo alla posologia per eliminare tutti i batteri. In questo caso bisogna andare fino in fondo per sperare di arginare i possibili contagi. A breve si potrà capire se funziona. Il problema, ripeto, è la contemporaneità dei casi gravi che mette in difficoltà il sistema sanitario. Non so che altra decisione verrà poi presa allo scadere di questa settimana, saranno le realtà competenti che dovranno valutarlo, ma c’è il rischio che si debba fare ancora qualche sacrificio”.

 

 

Commenti

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  • Carlo Cervini 2 Marzo 2020

    Domanda: chi è sano, ma vive in una zona in quarantena che difende gli esterni, ma sacrifica quelli che ci sono costretti a estare dentro, prima o poi sarà contagiato. Il sistema sanitario statale, il più bello del mondo, che costa 220 miliardi all’anno, è in grado di assistere in terapia intensiva coloro che sono bloccati in quarantena e che prima o poi saranno colpiti dal virus ??????…………..oppure come la scuola è diventato il solito stipendificio…………