Il virus uccide in un giorno 475 persone. Record di guariti: sono 1084 nelle ultime ore
I dati di mercoledì 18 marzo riferiscono di un’impennata di decessi ma anche di guarigioni. Innanzitutto si registrano 1.084 guariti che fanno salire il totale delle persone ormai fuori dalla malattia a 4025. Ma ci sono purtroppo anche 475 decessi: il dato più negativo da quando è cominciata l’emergenza. In lieve calo rispetto a martedì anche il dato dei nuovi positivi, che sono 2648. Un andamento che la Protezione civile guarda con positività pur raccomandando di continuare a seguire le regole di distanziamento sociale per dilatare nel tempo il contagio.
Ci vorrà ancora qualche giorno per vedere i frutti dei comportamenti che si sono adottati, assicura Silvio Brusaferro dell’Istituto superiore di sanità. Conferma poi che la curva epidemica è in crescita nelle regioni del Nord maggiormente coinvolte e che stanno dando una risposta straordinaria all’emergenza.
“Nelle altre aree del paese c’è lo stesso una crescita crescita – ha aggiunto Brusaferro – ma non così veloce, un dato che non deve illuderci. Solo se tutti ci comportiamo secondo le raccomandazioni e manteniamo le regole di distanziamento sociale allora questo ci può aiutare a rallentare la curva epidemica”.
“Vorrei sottolineare l’importanza – ha continuato – per le persone che sono positive” al coronavirus, ma “senza sintomi o con pochi sintomi”, di “rispettare assolutamente le regole di isolamento. Su questo abbiamo creato dei fogli di istruzione che si possono scaricare e leggere dal sito dell’Iss. Questo è determinante perché se queste persone non rispettano le regole possono più facilmente trasmettere infezione”.
Brusaferro ha anche parlato dei decessi, sulla base dell’osservazione delle cartelle cliniche delle persone che non ce l’hanno fatta. Ha confermato che l’esito letale riguarda la popolazione che va dai 70 agli 89 anni e con patologie pregresse. Più numerosi gli uomini, mentre le donne sono il 30% del totale dei deceduti.
In Lombardia infine salgono a 17.713 i nuovi contagiati di coronavirus secondo gli ultimi dati della Regione. Si tratta di 1.493 persone in più rispetto a ieri. I ricoveri in ospedale sono 332 in più, per un totale di 7.285 pazienti ospedalizzati. Anche in questa regione i dati sui nuovi positivi vedono un lieve calo.
Il 13 marzo 1954 il Comando delle Forze Coloniali d’Indocina lanciò 3 reggimenti di paracadutisti d’assalto sulle colline che circondavano Dien Bien Phu, in una vallata del Tonchino. Doveva essere un raid tipo “mordi e fuggi”. In effetto non durò molto, fino al 7 maggio, ma con una bruciante sconfitta ed un alto prezzo in termini di vite umane. Ho avuto la fortuna di trovare ancora vivi dei reduci , anche medici militari, che ho potuto intervistare, nel momento in cui l’Esercito Italiano si apprestava a compiere delle missioni. Anche lì vi era un nemico spesso invisibile , che peraltro colpiva quotidianamente con estrema ferocia, ma i fattori che incisero di più furono la carenza di posti letto in rianimazioni, la impossibilità di gestire un turn over tra gli operatori sanitari e la mancanza di medicinali e strumenti. A mano a mano che il tempo passava la curva dei deceduti saliva in modo esponenziale e la saturazione degli ospedali campali costrinse i feriti gravi a rimanere presso i posti medicazione e smistamento. Purtroppo è un quadro che al di là del precipuo aspetto operativo si avvicina molto alla nostra crisi attuale. Se le carenze sanitarie si inaspriranno ricordiamoci di Dien Bien Phu.