Il giorno più nero: 1145 in più i casi positivi. In Lombardia la rete sanitaria ormai non regge più
Sono 5.061 i malati per coronavirus in Italia, 1.145 in più rispetto a ieri. Da ieri sono morti 36 pazienti per un totale di 233 decessi. Lo ha affermato il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli nel corso del punto stampa quotidiano. 589 i guariti in tutto. 567 in terapia intensiva. La situazione degli ospedali lombardi è però giunta al limite e Borrelli ha annunciato che alcuni pazienti della Lombardia saranno trasferiti in altre regioni che hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i malati che la rete ospedaliera lombarda non può più curare.
Borrelli era come sempre affiancato da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, il quale ha rivolto un appello a tutti i cittadini ad attenersi alle regole, a evitare luoghi affollati anche nelle regioni dove ci sono pochi casi. “In virtù della loro fragilità – ha aggiunto Brusaferro – gli anziani assumano un comportamento di protezione e si muovano meno possibile. Se devono muoversi evitino luoghi affollati e soprattutto non si rechino in sale di attese di studi medici, pronto soccorso o altri luoghi dove avvengono contatti stretti”.
I medici delle terapie intensive lombarde in prima linea contro i contagi da nuovo coronavirus denunciano oggi “una situazione al limite”, una “pressione oltre ogni misura” che riduce “a livelli prossimi allo zero” altre attività sanitarie, mettendo “in pericolo la sopravvivenza non solo dei malati di Covid, ma anche di quella parte di popolazione che in condizioni normali si rivolge al sistema sanitario per le cure di eventi acuti o cronici di qualsivoglia natura”. Questo l’appello del Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia contenuto in un documento inviato oggi al governatore Attilio Fontana.
“L’epidemia di Covid-19 esordita il 20 febbraio nell’area di Codogno è ormai estesa a tutta la Regione Lombardia con possibilità di diffondersi a tutto il territorio nazionale”, avvertono gli specialisti che chiedono “l’immediata adozione di drastiche misure finalizzate a ridurre i contatti sociali e utili al contenimento dell’epidemia. In assenza di tempestive e adeguate disposizioni da parte delle autorità – ammoniscono – saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria”.
“Si tratta di un evento grave – si legge nella lettera sottoscritta dai rappresentanti delle terapie intensive lombarde- che mette in pericolo la sopravvivenza non solo dei malati di Covid, ma anche di quella parte di popolazione che in condizioni normali si rivolge al sistema sanitario per le cure di eventi acuti o cronici di qualsivoglia natura. Le strutture sanitarie sono sottoposte a una pressione superiore ad ogni possibilità di adeguata risposta. Nonostante l’enorme impegno di tutto il personale sanitario e il dispiegamento di tutti gli strumenti disponibili, una corretta gestione del fenomeno è ormai impossibile”.
Mementum. L’ Italia non è quella del medioevo, laddove rocche e castelli alzato il ponte levatoio erano autonomi. Tutto è interfacciato come un sistema di vasi comunicanti. Ciò non preclude alla presa di drastiche decisioni di compartimentare il territorio, a patto che sussista un PIANO DI CONTINGENZA, per ogni discrasia che si crea si abbia già una soluzione da attuare. Ad esempio, se gli ospedali del nord sono al collasso dovrei già sapere dove mandare i cittadini del sud che venivano a curarsi al nord. O anche se chiudo il nord e i cittadini si rifugiano al sud devo sapere che fare. Invece ogni atto ingenera una crisi. Che almeno questa volta serva di lezione. Ma non ci credo molto.
Eppure, nonostante una situazione del genere offra come unica alternativa la serrata dei ranghi, l’ azione comune tesa a contenere per debellare e sopravvivere, vi è una “scrittrice” che non nomino che individua nell’ ELIMINAZIONE degli anziani la soluzione finale del problema. Non liquidiamola come una follia singola, è il frutto di un anarchismo individualista dilagante, di un pensiero ecclesiastico ormai schiacciato sul materialismo integralista dei gesuiti per cui “PRIMA I TRAGHETTATI”, di un comunismo ormai riduttivo perché siamo in pieno NIHILISMO: il pensiero unico stabilisce chi siano gli elevati e il resto deve essere annientato.
Quando tutto sarà finito o si sarà compiuto attendo il responso della GRANDE COMMISSIONE CONTRO L’ODIO.