Il coronavirus colpisce anche il carabiniere-eroe Giangrande, ferito da un folle a Palazzo Chigi

11 Mar 2020 15:42 - di Lucio Meo

Positivo al coronavirus. La cattiva sorte si accanisce sul maresciallo dei carabinieri Giuseppe Giangrande, rimasto gravemente ferito in un attentato mentre era in servizio davanti a Palazzo Chigi il 28 aprile scorso. Il militare, residente a Prato, è stato ricoverato nei giorni scorsi nel reparto di malattie infettive dell’ospedale fiorentino di Careggi. Sarebbe in buone condizioni, “gia in fase di guarigione”, dicono i sanitari. Ma la paura è stata tanta.

Giangrande ferito a Palazzo Chigi nel 2013

Giangrande, la mattina del 28 aprile 2013, era di servizio con altri colleghi nei pressi di Palazzo Chigi, a Piazza Colonna, nel centro di Roma. Un uomo, Luigi Preiti, esplose alcuni colpì d’arma da fuoco verso i carabinieri che erano in servizio davanti alla sede della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Era il giorno della cerimonia di giuramento al Quirinale del Governo Letta nelle mani del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. Furono colpiti Giangrande e il carabiniere scelto Francesco Negri.  Ricoverato d’urgenza in condizioni molto gravi, in seguito all’intervento chirurgico Giangrande rimase lungamente in degenza e fu sottoposto a un periodo di fisioterapia. Immediatamente arrestato, Luigi Preiti è stato successivamente condannato a 16 anni in primo grado.

Il militare italiano, è stato insignito di diversi riconoscimenti. Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Medaglia d’oro al valor civile e Medaglia d’oro al Merito della Croce Rossa Italiana.

Coronavirus, il racconto della figlia

“È stato un fulmine a ciel sereno – spiega la figlia di Giuseppe Giangrande a Repubblica – ora dovrò stargli vicino in un modo diverso, per telefono. Non è intubato e la febbre sta scendendo, penso proprio che il peggio per lui sia passato”.  Racconta ancora, la ragazza. “Mio padre da giorni aveva la febbre, ma per lui è purtroppo abbanstanza consueta per via di infiammazioni urinarie. Quindi non immaginavano il coronavirus: non aveva tosse né raffreddore. E nemmeno mal di gola. E’ stato sottoposto al tampone ieri 10 marzo ed è risultato positivo. Avevamo comunque già adottato tutte le misure precauzionali”.

 

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