I comuni sono vittime del bluff di Conte. Ai sindaci nessuno stanziamento aggiuntivo
Allarme dai comuni. I sindaci sono il primo avamposto delle istituzioni. E sono quelli che stanno vivendo sulle loro spalle tutti i risvolti legati alla diffusione del coronavirus. Non c’è solo l’emergenza sanitaria da contenere. C’è anche la crisi economica da gestire. E quella sociale che sta per esplodere.
Covid 19, i comuni sono lasciati soli
L’assenza di liquidità sta facendo tremare i polsi dei primi cittadini. In troppi, soprattutto nel Meridione d’Italia, non hanno neanche i soldi per fare la spesa. Servono soldi, e servono subito. Ma a fronte di questo grido d’allarme, il governo ha invece scaricato sui sindaci degli oltre 8mila comuni italiani una responsabilità enorme. Spetterà infatti a loro distribuire le briciole. Molto poco generosamente concesse. Per far fronte alle necessità della popolazione. A dispetto di quanto aveva fatto intendere Conte, i soldi che verranno dati ai comuni sono semplicemente un anticipo del Fondo di solidarietà. Risorse che spettano comunque ai comuni italiani. E che vengono semplicemente anticipate. Tra l’altro, si tratta di soldi che i comuni hanno già ipotecato. Perché necessari per garantire i servizi minimi dell’ente.
Il bluff del governo Conte. Non dà fondi
Gli unici soldi che i sindaci potrebbero utilizzare sono i 400 milioni che gestirà la Protezione civile. Non ci sono carte, ticket o buoni spesa. C’è solo la drammatica realtà di un Paese allo sbando. E di un governo che non riesce a fare a meno della propaganda. E che lucra perfino sulla disperazione delle famiglie italiane. Spiace che il sindaco di Bari e presidente Anci, Decaro, si sia prestato a una pantomima. Che è un’offesa per i sindaci e per gli italiani in difficoltà. E ha avallato le misure prese dal governo. Invece di rigettarle al mittente. Ora non è il momento delle polemiche, ma nemmeno delle menzogne. Le cose da fare sono tante. E vanno in tutt’altra direzione rispetto a quella indicata dal governo. Basta ascoltare veramente i sindaci. Che chiedono interventi fattibili.
Un esempio? Ridurre la percentuale che i comuni mettono da parte ogni anno. Per garantire l’entrata dalle tasse. Si tratterebbe di intervenire sul Fondo crediti di dubbia esigibilità. Che quest’anno supera l’80% delle somme che i cittadini versano. Riducendolo fino al 30%, i comuni potrebbero utilizzare quanto avanza per offrire solidarietà. E sostegno alle loro comunità. Noi lo abbiamo proposto in un emendamento al decreto Cura Italia. Attendiamo il governo al varco.