Gran Bretagna, non credevano al coronavirus. Però si attrezzano. E lo Stato paga “tutto”. Da noi?
Gran Bretagna, lo Stato paga tutto…
Le autorità sanitarie britanniche ieri hanno aggiornato il bilancio dei contagi: sono stati stati registrati 3.229 casi positivi, con 144 decessi. Effettuati 64.581 tamponi. Insomma anche la city è nella tempesta. “Potremmo considerare ulteriori misure per Londra”, ha detto Johnson nel corso del quotidiano briefing a Downing Street. Londra come Parigi, Madrid, la Lombardia. Anche se il premier si è detto “fiducioso” della possibilità che “in 12 settimane” si possa mettere sotto controllo l’epidemia.
Intanto però le contromisure economiche della Gran Bretagna per evitare il default sono da manuale. Gli italiani a Londra non credono ai loro occhi. E si domandano cosa sta succedendo “qui” da noi. C’è una corrispondenza febbrile con i connazionali in patria che corre sui social e in privato. “Ma il decreto cura-Italia esattamente cosa prevede?”. “Ma Conte ha capito?”. “Come ve la passate? Qui leggiamo di tutto…”. “Non si capisce bene…”.
Il neo Cancelliere dello Scacchiere, lord Rishi Sunak, ha messo giù o un pacchetto di misure” temporanee” e mirate. Per sostenere i servizi pubblici, le persone e le imprese.
In soldoni? Per ora si tratta di un pacchetto da 350 miliardi di sterline a sostegno del mondo produttivo. Prestiti illimitati e garanzie per sostenere le imprese e aiutarle a gestire i flussi di cassa. Trecentotrenta miliardi “iniziali” di garanzie, equivalenti al 15% del Pill del Regno Unito. “Si tratta di scelte audaci e coraggiose. Richieste dai tempi straordinari che stiamo vivendo”. Parola di Boris Johnson. Che prosegue: “Sosterremo il lavoro, sosterremo le imprese, sosteremo i redditi. Faremo qualsiasi cosa”. Le stesse parole, “whatever it takes, utilizzate da Mario Draghi.
Un pacchetto da 350 miliardi
E ancora: un pacchetto obbligatorio di indennità di malattia per le piccole e medie imprese. Business rates free per 12 mesi per tutte le attività commerciali, settore ospitalità e di svago. Ulteriori sovvenzioni pari a 25.000 sterline a imprese dei settori di vendita al dettaglio. Ospitalità e svago operanti da piccoli locali commerciali, con un valore catastale superiore a 15.000 sterline e inferiore a 51,000. E non basta: finanziamento delle sovvenzioni per le piccole imprese da 3.000 a 10.000. E per tutte le imprese che beneficiano di Small Business Rates Relief (SBRR) and Rural Rates Relief. Fino a 5 milioni di Coronavirus Business Interruption Loan Scheme per supportare le imprese sostenibili a lungo termine. Quelle che potrebbero dover rispondere alle pressioni di flusso di cassa cercando finanziamenti aggiuntivi. Con i primi sei mesi senza interessi. E ancora la possibilità di chiedere payment plans per il pagamento delle imposte ad Hmrc (il dipartimento governativo non ministeriale responsabile della riscossione delle imposte).
Non ci credono, ma si attrezzano
Non ci credono ma si attrezzano. Anche con nuovi poteri che permettono al governo di offrire alle imprese qualsiasi ulteriore sostegno finanziario sea necessario. Pensate: le banche hanno concordato che supporteranno i clienti che stanno riscontrando problemi con le loro finanze a seguito di Covid-19. Anche attraverso un’esenzione dei pagamenti fino a tre mesi. E, infine, la conferma che la richiesta del governo di evitare pub, club e teatri, sia sufficiente affinché le imprese possano fare il claim alla propria assicurazione. Sempre che siano in possesso di un’adeguata copertura di interruzione dell’attività per le pandemie. Infine, per supportare l’industria alimentare, allenteranno le normative attuali per consentire a pub e ristoranti di iniziare a fornire attività da asporto/delivery automaticamente.
Loro hanno la sterlina, moneta sovrana, noi l’euro, moneta a debito su cui paghiamo gli interessi.