Fontana: «Dal governo solo pannicelli caldi. Siamo in guerra, qualcuno non l’ha ancora capito»

19 Mar 2020 11:49 - di Adriana De Conto
Fontana

Le misure contenute nel decreto ‘Cura Italia’ varato dal governo, “sono pannicelli caldi perché non prevedono la possibilità di una ripartenza economica. E non prevedono il fatto che presto, purtroppo, e spero di essere smentito, c’è il rischio che” l’epidemia “parta anche in altre Regioni”. Ancora una volta il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ospite a ‘Circo Massimo’ su Radio Capital, sprona il governo a fare di più. Molto di più.

Quel suo “Roma non capisce”, strumentalizzato come un attacco frontale al governo, evidenziava invece una tragedia che Fontana, dalla Lombardia, invitava a guardare più da vicino nei suoi aspetti più diretti e tragici. Non solo sotto il profilo sanitario. “Per rimettere in piedi l’economia 25 miliardi sono niente”,  ha sottolineato Fontana.  In questo momento si sta cercando di risolvere la malattia con i pannicelli caldi, che aiutano, per carità, ma non si risolve niente. O si ha il coraggio di dire ‘facciamo misure drastiche per la sanità, per l’economia, se non abbiamo i soldi fa niente’. Ma quando uno è in guerra” è in guerra”.

 “Con il governo abbiamo sempre collaborato ma abbiamo avuto visioni diverse, non ci sono dubbi – ha evidenziato – Ho la sensazione che chi non viva direttamente questa situazione faccia un po’ fatica a rendersi conto di quale sia la realtà. Perché quando si parla di poche decine di infettati e contagiati non è la realtà della Lombardia. E sta diventando la stessa di Marche, Veneto ed Emilia Romagna”.

Fontana: “Se ci fosse stata una comunicazione diversa”

A Roma – ha osservato ancora Fontana – faticano a rendersi conto della situazione. Se fosse stata fatta una comunicazione diversa… non si deve spaventare la gente ma la si deve allertare. Se si continua a mandare in tv gente che dice ‘è solo un’influenza, state tranquilli’ le persone poi si chiedono ‘perché devo restare in casa?'”.

Per il governatore della Lombardia “il vero grosso problema è che le restrizioni che potrebbero avere un significato non vengono rispettate. Ci sono ancora troppe persone che girano e che prendono sotto gamba le limitazioni che sono state imposte e fanno la vita di sempre”. Le foto che circolano sui social stanno a dimostrearlo. Così come me migliaia di denunce effettuate dalle forze dell’ordine.

Quanto agli spostamenti dei cittadini lombardi tracciati attraverso il monitoraggio delle celle telefoniche “non c’è un Grande fratello pubblico – ha rimarcato – si notano solo i grandi flussi ma non c’è nessuna individuazione e nessuna volontà a farlo. Volevamo solo cercare di capire quanto si muovessero sul territorio le macchine”.

Fontana ha parlato anche delle polemiche sugli ospedali. “L’ospedale da campo del San Raffaele è organizzato da privati, con medici privati, e meno male che lo hanno fatto – ha detto – Il tentativo di fare polemica da parte di qualcuno è davvero fuori luogo. Il privato sta dando una mano e cercare di mettere veleno su queste cose è infondato e fuori luogo”.

“L’ospedale alla Fiera di Milano è assolutamente pubblico”

Per l’ospedale dedicato ai malati Covid-19 che verrà realizzato in Fiera Milano “ci saranno dei contributi enormi da parte di imprenditori – ha sottolineato – ma l’ospedale è rigorosamente pubblico. A Bergamo non diciamo no, assolutamente. Il problema è una questione di medici che non ci sono. L’ospedale da campo che gli alpini hanno messo a disposizione lo possiamo montare ma se non ci sono medici…”.

“Ora – ha annunciato il governatore lombardo – siamo in contatto con la Croce Rossa cinese che dovrebbe mandare un centinaio di medici con una specializzazione particolare. Appena arriveranno non li mandaremo a gestire l’ospedale da campo ma li distribuiremo sul territorio, recuperando medici italiani da indirizzare al nuovo ospedale”.

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