Cura “costituente” per l’Italia del dopo-virus. Il sindaco Sala: «Rifondare lo Stato come nel ’46»

30 Mar 2020 13:45 - di Redazione
Sala

«Una nuova Costituente per far ripartire l’Italia dopo il virus». L’idea è di Beppe Sala. Il sindaco di Milano l’ha lanciata attraverso un’intervista alla Stampa con l’obiettivo di «avviare una stagione per le riforme». I capitoli da affrontare, dice, sono due. Il primo riguarda il potere dello Stato e i poteri locali perché, spiega, «l’ attuale struttura amministrativa è del secolo scorso e non consente di essere veloci». Il sindaco di Milano punta l’indice contro l’attuale governance. «Con 20 Regioni, 8000 comuni, un centinaio di province e 14 città metropolitane – rileva – si perde immediatezza e la responsabilità è suddivisa in mille centri di potere». Sotto la lente finisce soprattutto il sistema delle regioni. «Quest’anno compie mezzo secolo – ricorda Sala -, è forse arrivato al capolinea».

Sala: «L’attuale governance non regge più»

Il secondo capitolo riguarda la giustizia. «L’ articolo 102 della Costituzione – dice Sala – impedisce di istituire giudici speciali ma in realtà si sono venute a verificare situazioni nelle funzione pubblica che pongono legittimi dubbi al riguardo». In ogni caso, prosegue, «bisogna smantellare la burocrazia». L’irruzione del coronavirus e la conseguente paralisi dell’economia hanno fatto drammaticamente emergere la necessità di ammodernare il Paese. Occorrono riforme che però, a giudizio del sindaco di Milano, «non è possibile fare in maniera canonica». Il paragone con quanto accadde nel secondo dopoguerra è, a questo punto, automatico.

Appello a Mattarella: «Lanci l’assemblea costituente»

Meno pertinente è quello tra Alcide De Gasperi, all’epoca capo del governo, e Sergio Mattarella, cui Sala chiede di «lanciare una nuova Costituente», capo dello Stato. Oggi è più complicato rispetto al 1946, dal momento che un Parlamento c’è già. Infatti Sala precisa di non volerne «negare il legittimo ruolo». Ma, aggiunge, «servirebbe spazio per chi amministra localmente ovvero rappresentanti di sindaci e presidenti di Regioni». Sala giudica poi «fuori da ogni logica» il dibattito sul sì o no all’Europa. «Bisogna andare oltre queste sciocchezze – suggerisce -, facendo ciò che già possiamo». E propone di partire dai fondi strutturali non utilizzati. «Valgono circa 50 miliardi – conclude -, dunque prendiamoli e gestiamoli, a cominciare dal territorio più colpito dalla pandemia».

 

Commenti

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  • orazio 31 Marzo 2020

    Con 20 Regioni, 8000 comuni, un centinaio di province, 14 città metropolitane, un parlamento e un senato, si perde immediatezza di far affossare la nostra COSTITUZIONE ormai passato di moda. Se ho ben capito, la sua costituente di poche persone esperte come per esempio, Draghi, Prodi e altri della stessa appartenenza, basterebbero a modificare la nostra COSTITUZIONE obsolescente -…. per chi?….- e metterci sotto il comando modernista usurpatorio dell’Unione Eurpea, voluta e comandata da associazioni private senza Patria, ne compassione umana verso il prossimo.

  • Giuseppe Forconi 31 Marzo 2020

    Riecco il solito comunista ripulito che si riaffaccia sventolando la bandiera del PD che poi e’ semplicemente PCI, consigliando cure politiche studiate a misura per mettere tutti a tacere, come dire…. ” Qui’ commando Io “.
    Milano la citta’ della Madonnina sotto dittatura dal PD.

  • ADRIANO AGOSTINI 31 Marzo 2020

    Sono d’accordo. Ma ci vorrebbe un De Gasperi non un cretino qualsiasi.

  • Menono Incariola 30 Marzo 2020

    “— Uscite, uscite, o Sorci! — disse un Micio
    che da un pezzetto stava a denti asciutti —
    A costo de qualunque sacrificio
    combatteremo pe’ la libbertà!
    Cacio e lavoro! Libbertà pe’ tutti!
    E in quanto ar resto… Dio provederà!….”
    (Trilussa, la libberta’ der gatto)

  • Menono Incariola 30 Marzo 2020

    Si, ma DEPOTENZIANDO PRIMA TUTTE LE NICCHE DI POTERE DOVE LA SINISTRA SI E’ INCISTATA. ALTRIMENTI E’ SOLO UN’OPERAZIONE DI FACCIATA, COME APPUNTO PIACE ALLA SINISTRA.