Covid 19, la scienza smentisce il complotto: non è un’arma biologica fatta in laboratorio. Ma dopo il pipistrello…

23 Mar 2020 16:57 - di Redazione
Coronavirus foto Ansa

Covid 19, dopo i sospetti, la smentita scientifica. Duro colpo alle ipotesi di complotto. Il nuovo coronavirus Sars-Cov-2 emerso nella città di Wuhan, in Cina, lo scorso anno è il prodotto dell’evoluzione naturale e non un’arma biologica prodotta in laboratorio. È quanto emerge da uno studio genetico pubblicato su Nature Medicine da un team internazionale. L’analisi dei dati della sequenza del genoma del nuovo virus e di altri microrganismi correlati non ha trovato prove del fatto che il virus sia stato prodotto in laboratorio o progettato dall’uomo in un laboratorio, militare o para militare che sia. «Confrontando i dati disponibili sulla sequenza del genoma di ceppi di coronavirus noti, possiamo stabilire con certezza che Sars-Cov-2 ha avuto origine attraverso processi naturali», ha affermato Kristian Andersen, associato di immunologia e microbiologia presso lo Scripps Research Institute, fra gli autori dello studio. Un report che rimescola le carte al tavolo sulla genesi del virus e della pandemia.

Covid 19, cade l’ipotesi del complotto

Tra i firmatari del lavoro anche Robert F. Garry, dell’Università di Tulane. Edward Holmes, dell’Università di Sydney. Andrew Rambaut, dell‘Università di Edimburgo. W. Ian Lipkin, della Columbia University. Dunque, si riparte dal principio. Il 31 dicembre dello scorso anno, le autorità cinesi hanno segnalato all’Organizzazione mondiale della sanità un focolaio di un nuovo ceppo di coronavirus che causava gravi malattie. Poco dopo l’inizio dell’epidemia, gli scienziati cinesi hanno sequenziato il genoma del virus, rendendo disponibili i dati ai ricercatori di tutto il mondo. Ora il team internazionale ha utilizzato questi dati genetici per esplorare le origini e l’evoluzione di Sars-Cov-2, concentrandosi su diverse caratteristiche del virus. Gli scienziati si sono focalizzati su due importanti elementi della proteina spike, usata dal virus per penetrare nelle cellule: l’Rbd, una specie di uncino che si aggrappa alle cellule ospiti. E il sito di scissione, un apriscatole molecolare che consente al virus inserirsi al’interno.

Ecco su cosa si sono focalizzati gli scienziati

Gli scienziati hanno scoperto che queste armi del virus si sono evolute per colpire efficacemente una caratteristica molecolare delle cellule umane chiamata Ace2, un recettore coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna. La proteina spike di Sars-Cov-2 è dunque il risultato della selezione naturale e non il prodotto dell’ingegneria genetica. Questa prova dell’evoluzione naturale è stata supportata dai dati relativi alla struttura molecolare complessiva del virus. Gli esperti si basano anche sul fatto che, se qualcuno stesse cercando di ingegnerizzare un nuovo coronavirus per usarlo come arma, lo avrebbe costruito a partire da elementi di un virus noto per causare malattie. Ma gli scienziati hanno scoperto che la struttura molecolare di Sars-Cov2 differiva in modo sostanziale da quella dei coronavirus già noti. E assomigliava per lo più a virus correlati: trovati in pipistrelli e pangolini. «Queste due caratteristiche del virus escludono la manipolazione di laboratorio come potenziale origine del SarS-CoV-2», ha detto Andersen. Insomma, il virus si è diffuso dal pipistrello all’uomo. Aspettando (forse) di trovare l’animale intermedio…

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