Coronavirus: tute mediche dalla Cina, mascherine dalla Germania. La pandemia fa scattare gli aiuti
Coronavirus, è l’ora della solidarietà tra gli Stati. Alle ore 12,30 il volo LH 1856 di Lufthansa proveniente da Monaco di Baviera atterra a Milano Malpensa con un carico eccezionale: 1500 tute mediche donate dalla Cina all’Italia. A coordinare le operazioni, Air Dolomiti, la compagnia aerea italiana del gruppo Lufthansa. Air Dolomiti ha lavorato a stretto contatto con la nostra ambasciata a Berlino. Dalla Germania sono invece in arrivo 400 mila maschere protettive contro il coronavirus. Lo riferisce il settimanale Der Spiegel citando il ministero dell’Economia e dell’Energia tedesco. Un buon numero, ma assai inferiore a quello di un milione annunciato in precedenza dalla Commissione europea.
Il dono di Pechino già arrivato a Milano
Il 4 marzo scorso, il governo di Angela Merkel ha autorizzato l’esportazione di maschere e tute protettive, guanti e altre attrezzature mediche solo in casi eccezionali. Tale politica è divenuta ancora più rigida il 12 marzo, quando le autorità di Berlino hanno fatto sapere che avrebbero esportato le attrezzature mediche contro il coronavirus solo una volta assicurati i «bisogni vitali» della Germania. La riserva si applicava espressamente anche qualora la mancanza di dispositivi di protezione in altri paesi membri dell’Ue avesse messo in pericolo la vita umana. A sbloccare la situazione è stata la decisione della Commissione europea di limitare le esportazioni di equipaggiamenti medici contro il coronavirus al di fuori dell’Ue per aumentare le scorte negli Stati membri. Era quanto richiesto dalla Germania.
La Von der Leyen: «Il coronavirus riguarda tutti»
Il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, aveva infatti promesso in questo caso di ritirare le restrizioni alle esportazioni dal suo Paese se Bruxelles avesse assicurato la circolazione all’interno della Ue di beni scarsi come maschere e indumenti protettivi. In quel caso, aveva assicurato Spahn «le misure nazionali possono essere abrogate». Ora resta da vedere quando la situazione si sbloccherà in concreto. Chi ne dubita è proprio Der Spiegel, per il quale «non è chiaro se e quando ciò accadrà». Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, segue personalmente la vicenda. «I Paesi dell’Unione – ha avvertito – devono aiutarsi a vicenda contro il coronavirus». Tanto più, ha spiegato, che «nessuno Stato membro può produrre da solo ciò di cui ha bisogno». Oggi tocca all’Italia ricevere di più, «ma – ha ricordato la presidente – tra poche settimane la pandemia colpirà altri Paesi dell’Ue».