Coronavirus, quello che Giorgia Meloni ha proposto al governo Conte

11 Mar 2020 9:54 - di Redazione
Meloni

Nel corso dell’incontro del centrodestra con Giuseppe Conte, ieri Giorgia Meloni – a nome di Fratelli d’Italia – ha illustrato un nutrito pacchetto di proposte per far fronte all’emergenza coronavirus.

Dalla nomina di un commissario straordinario agli interventi in materia sanitaria per affiancare il lavoro degli operatori; dal blocco delle attività per due settimane alle iniziative finanziarie urgenti da sollecitare in sede europea; e anche il nodo sicurezza per quanto riguarda le carceri.

Meloni a Conte: ora un commissario straordinario 

È sbagliato concentrare tutta la gestione dell’emergenza sul Presidente del Consiglio. Serve una figura con competenza ed esperienza, abituata a gestire scenari complessi ed estremi, e che abbia la libertà di assumere decisioni importanti perché non si può badare al consenso in un momento come questo. Il presidente del Consiglio deve occuparsi anche di tutto il resto. Ad esempio: mentre l’Italia affronta questa l’emergenza coronavirus, la UE procede spedita con l’approvazione del MES e ha messo all’ordine del giorno dell’Eurogruppo del 16 marzo, senza tenere in considerazione alcuna delle considerazioni fatte dal Governo italiano, compresa la famosa logica di pacchetto. Non è normale.

Serve un premier che si occupi di questo e un commissario straordinario che si occupi dell’emergenza. Serve una persona forte e le velleità personali devono essere messe da parte. Abbiamo chiesto e forse ottenuto che lunedì l’Italia chieda il rinvio del punto sul Mes all’Eurogruppo.

Più posti letto, personale sanitario e dispositivi

La questione più importante da affrontare è l’emergenza sanitaria e garantire più posti letto possibili. Occorrono strutture ospedaliere aggiuntive e si può partire dagli ospedali recentemente dismessi, con l’ipotesi di dedicarli unicamente ai pazienti affetti da coronavirus. Proponiamo l’incremento del personale medico anche coinvolgendo chi ha conseguito titoli all’estero e specializzandi. Il decreto ha accolto e previsto l’assunzione degli specializzandi, ma appare difficile riuscire in un momento come questo ad avere molte persone disposte a lavorare con un contratto di 6 mesi rinnovabile per 1 anno, neanche automaticamente. Forse servirebbe qualcosa di più allettante. Per chi ha conseguito il titolo all’estero, poi, al momento non è chiaro quali siano e se ci siano degli strumenti per accelerarne il riconoscimento. Soddisfazione per le misure per dotarsi di mascherine e respiratori: Fratelli d’Italia aveva fatto notare per primo come altre Nazioni lo avessero fatto e siamo contenti che il decreto lo preveda.

Sarebbe opportuno valutare l’obbligo di guanti e mascherine dotando tutta la popolazione italiana di questi strumenti. Allo stesso tempi abbiamo chiesto al governo se avesse valutato la possibilità di sanificare strade e luoghi pubblici come fatto  in Cina.

Tutti a casa subito e chiusura di tutte le attività per almeno due settimane

La confusione di queste ore nei provvedimenti del governo ha alimentato psicosi, nervosismo e l’immagine all’estero di una Nazione nel panico.  L’Esecutivo ha via via adottato misure più restrittive ma non ha mai spiegato ai cittadini come ottemperare o come lo Stato avrebbe offerto il suo sostegno perché ottemperassero. Bene ha fatto il Presidente del Consiglio a rilanciare la campagna “Io sto a casa” ma se si danno indicazioni su quello che gli italiani dovrebbero fare bisogna anche spiegare come aiutarli a farlo. E questo non è stato fatto. Tanti gli esempi, dai commercianti ai mezzi di trasporto, come quello eclatante dei parrucchieri che dovrebbero lavorare rispettando il metro di distanza. L’impressione è che lo Stato abbia voluto scaricare su cittadini e aziende delle responsabilità che non voleva assumersi: non è stato detto di chiudere lasciando ai cittadini la scelta di farlo per non dover prevedere le compensazioni.

Lo Stato deve fare lo Stato: deve decidere cosa va fatto, intimare i cittadini di rispettarlo e deve spiegare loro come li aiuterà a farlo. Nel momento in cui lo Stato chiede ai cittadini di stare a casa deve prevedere anche il ristoro delle attività economiche, quali sono i provvedimenti per aiutare le aziende e le famiglie. Sono state chiuse le scuole da quasi 10 giorni, ma nessuno ha ancora spiegato alle mamme e ai papà come organizzarsi e quali saranno, ad esempio, le norme sui congedi parentali. Il

Governo dice di voler accogliere le proposte di FdI sui congedi parentali. A differenza nostra che proponevano congedi retribuiti al 70%, Gualtieri parla di una retribuzione al 30% per tutti e fino all’80% per i redditi bassi, ma non dice cosa intenda per reddito basso.

Diverse sono le proposte accolte sulla carta, ma è lo sviluppo che occorre vedere.

La nostra proposta complessiva è: chiusura di tutte le attività per 15 giorni con l’adozione contestuale di un piano di garanzia dei servizi essenziali a tutta la popolazione, dai medicinali agli alimentari, e una serie di misure per salvare l’economia della Nazione. Le principali:

Condivisibile la proposta di Confindustria: sospensione per tutte le imprese dei versamenti e degli adeguamenti tributari, nonché dei contributi previdenziali e assistenziali, fino alla fine dell’emergenza e rateizzazione del dovuto in 10 anni.

sospensione dei mutui e delle cartelle esattoriali, dell’emissione di nuove cartelle e una moratoria IVA sul termine del 16 marzo.

cassa integrazione per tutti e ammortizzatori sociali per le Partite IVA;

piena e totale compensazione tra debiti e crediti con lo Stato;

sospensione del decreto dignità alla ripresa con libertà di voucher;

massima libertà di impresa: via tutti i vincoli che comprimono l’economia, come ad esempio il tetto all’uso del contante.

UE e BCE aiutino l’Italia

Pretendiamo il pieno sostegno da parte della UE e della BCE:

Serve un piano europeo di investimenti pagato con i soldi dell’Unione Europea e gli Eurobond, come ha proposto il presidente di Confindustria Boccia.

Serve un impegno monetario da parte della BCE che sia pari, almeno, al famoso “bazooka” messo in campo da Mario Draghi.

Serve poter spendere i fondi europei non utilizzati senza vincoli e cofinanziamento.

L’Italia farà la sua parte senza perdere tempo a fare inutili contrattazioni con l’Europa sui parametri europei. È tra l’altro previsto dalle norme europee.

Chiediamo un sistema unico e omogeneo di individuazione e certificazione dei casi di contagio e dei decessi in tutti gli Stati membri della UE. Clamoroso il caso francese: un ministro e quattro deputati contagiati. Delle due l’una: o in Francia il coronavirus predilige i politici e la classe dirigente o il contagio è più ampio di quello che sappiamo.

Lo Stato garantisca la sicurezza

È il momento in cui lo Stato deve dimostrare con forza che c’è e deve farlo in modo inequivocabile. Non consentiremo che l’emergenza coronavirus diventi il “Luna Park” dei criminali e di chi ha messo a ferro e a fuoco le carceri. Il ministro della Giustizia Bonafede deve assicurarsi che la legge sia rispettata, non rilasciare dichiarazioni blande e limitarsi a dire che la violenza va condannata. Servono misure draconiane perché dare un segnale di lassismo non farà che peggiorare la situazione: l’art. 81 del codice penale prevede che, in caso di più reati, non si sommano ma viene data la pena più alta aumentata fino a tre volte. Ci sono tutti gli elementi per dare 10 anni di più di pena ad ogni rivoltoso.

Commenti

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  • Marco De Antoni Ratti 13 Marzo 2020

    La sra Meloni avrà pure ragione su alcuni aspetti. Non si può però ignorare il fatto che l’Italia sia da anni il paese col maggiore sovraffollamento carcerario.

    Allo stato attuale, risulta impossibile rispettare il distanziamento sanitario precauzionale minimo di un metro, per non parlare delle condizioni igienico-sanitarie della promiscuità sessuale che è propria di qualsiasi ambiente esclusivamente maschile.

    Proprio per fare rispettare il Decreto del ministro Speranza, il governo dovrebbe depenalizzare i reati meno gravi, varando con un’urgenza un’amnistia generale svuotacarceri, sentiti i sindacati di polizia in merito ai reati che sia più opportuno depenalizzare.

    Ciò non esclude di punire i rivoltosi con decisione. Forse di 10 anni di carcere saranno un po’ tanti per chi chiede di vivere, non mettendo a repentaglio la stessa vita delle guardie e del personale penitenziario.

    La Spezia, venerdì 13 marzo 2020 ore 16.52

    Marco De Antoni Ratti