Coronavirus, infermiera si uccide buttandosi nel Piave: era in attesa dei risultati del tampone
Una tragedia nella tragedia. Un’infermiera si è suicidata. Aveva 49 anni e lavorava da poco in un reparto con i pazienti da coronavirus. Una morte inaspettata, la donna si è gettata nel Piave a Cortellazzo (Venezia). A scoprire il corpo, un pescatore.
L’infermiera aveva fatto il test per il coronavirus
L’infermiera lavorava all’ospedale di Jesolo, diventato da alcuni giorni una delle strutture in campo per la lotta al coronavirus. Viveva da sola, era a casa da due giorni perché febbricitante. Era stata anche sottoposta a tampone, ma non conosceva ancora l’esito del test.
Lo sconcerto dei colleghi in ospedale
Tanto sconcerto e dolore, come riporta il “Giornale Nord Est”. «Era una persona dedita al lavoro. Una risorsa insostituibile per i colleghi e per questa Azienda sanitaria», ricorda il direttore generale dell’Ulss 4, Carlo Bramezza. «Non a caso, non appena appreso la notizia della sua scomparsa, i colleghi dell’ospedale di Jesolo sono rimasti profondamente colpiti. In questi giorni sono tutti impegnati sul fronte coronavirus. A nome dell’Azienda sanitaria che rappresento esprimo il più profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia della “nostra” infermiera».
Assunta nel 1991, il trasferimento, poi il ritorno
L’Uiss4 aveva assunto l’infermiera nel 1991. Fino al 2012 aveva lavorato nel reparto di Chirurgia all’ospedale di Jesolo. Poi, dopo la riorganizzazione dell’ospedale, aveva avuto il trasferimento nella chirurgia di San Donà di Piave. Dal 2016 era ritornata a prestare servizio all’ospedale del litorale, nella Medicina Fisica e Riabilitativa.
L’infermiera aveva chiesto di lavorare nel reparto malattie infettive
Pochi giorni fa l’infermiera si era offerta di lavorare nel nuovo reparto malattie infettive, Questo, dopo aver collaborato all’allestimento e all’avvio delle attività. Nell’unità operativa – in cui attualmente sono ricoverati 25 pazienti coronavirus positivi – la 49enne aveva partecipato con i colleghi alla formazione per la gestione in sicurezza dei pazienti e aveva già svolto tre turni lavorativi.