Coronavirus e migranti: l’Italia rischia di essere ostaggio di Erdogan
Il rischio contagio da coronavirus ci sta offuscando la mente. Eppure c’è un’altra vicenda che bussa direttamente alle nostre porte e alle porte d’Europa: è la nuova ondata migratoria con la quale sta, per ora, facendo i conti la Grecia, vittima dell’inaffidabilità della Turchia.
La minaccia di Erdogan
È vero, c’è una questione di dispute sulle acque territoriali e di spazi aerei reciproci mai sanata. Fatto sta che Ankara ha risposto con un “liberi tutti” come ritorsione nei confronti di Atene. E così oltre 15mila persone, di cui sappiamo molto poco, stanno spingendo per varcare il confine. Non ci sono solo profughi siriani, ci sono anche pakistani, afgani, iraniani. E tutti, attraverso la Grecia, tentano la cosiddetta rotta balcanica che avrà tra le sue mete ideali anche l’Italia.
Coronavirus e migranti: ecco cosa rischia l’Italia
Il rischio che corriamo? Diventare ostaggio contemporaneamente del coronavirus e di Erdogan. E non è un accostamento provocatorio, visto che tra i profughi ve ne sono tantissimi provenienti da paesi con focolai importanti come l’Iran. Intanto, del tutto non pervenuta è l’Unione europea, che si dimostra di fronte a queste due grandi emergenze ancora una volta fragile e senza una rotta comune. Anche la nuova Commissione europea non sta brillando per iniziativa.
Agire subito
Il rischio di rimanere nuovamente soli ad affrontare l’emergenza immigrazione è reale, anche a causa della totale evanescenza del nostro presidente del Consiglio e dell’assoluta nullità rappresentata dal titolare della Farnesina. Le immagini che giungono dalla frontiera greco-turca sono preoccupanti e ci impongono di intervenire. Bisogna agire subito e impedire che Grecia e Italia diventino ancora una volta il rifugio incontrollato di tutti i disperati. Mentre gli altri stanno a guardare.