Cani abbandonati? Una fake news. Anzi è ora il momento di prenderne uno in casa
La storia dei cani abbandonati per paura che siano portatori di Coronavirus? Una fake news. Una delle tante che girano sui Social e anche su alcuni media in questo momento di grande incertezza.
La smentita sulla questione dei cani abbandonati arriva dai veterinari italiani. E, in particolare dall’Anmvi, l’Associazione che raccoglie i medici veterinari italiani.
“Smentisco ufficialmente che gli abbandoni di cani siano in aumento in Italia. Abbiamo avuto contatti con vari canili. E non risultano ingressi in surplus in questo momento. Come, invece, ho letto recentemente. D’altro canto, le informazioni che abbiamo a disposizione ad oggi confermano che questi animali non comportano alcun rischio di contagio da coronavirus“.
Melosi interviene dopo la morte del cane che era risultato positivo al virus a Hong Kong.
“I nostri virologi – spiega – hanno studiato il caso”. E hanno rilevato “che, dopo 15 giorni dal test positivo effettuato sul Pomeranian di 17 anni, il cane era risultato negativo al Coronavirus”.
Dunque non ci sono motivi per coltivare timori. E, tantomeno, per disfarsi del proprio animale da compagnia contribuendo ad aumentare le statistiche sui cani abbandonati.
”Sarà sicuramente deceduto per altri motivi” magari “legati anche all’età avanzata. Non ha sviluppato malattia. E non era contagioso. – tranquillizza il presidente dell’Anmvi – Credo sia più rischioso dare la mano a una persona che abbracciare un cane“.
“Dico di più. In questi giorni di isolamento i nostri amici animali stanno mostrando quanto è importante il loro ruolo all’interno delle famiglie italiane. Molti anziani sarebbero stati completamente da soli nelle loro case. Invece hanno la compagnia dei loro animali. E gli è anche consentito portarli brevemente a spasso”.
Ma cosa accade se si ha bisogno di assistenza veterinaria?
“Si può andare dal veterinario. – ribadisce il presidente Anmvi – I nostri colleghi sono in grado di fornire assistenza su tutto il territorio italiano. Ovviamente alcune strutture hanno preferito chiudere. Ma la maggioranza è aperta. E tutte, comunque, sono disponibili per le urgenze”.
”Le indicazioni che diamo sono – elenca Melosi – telefonare prima di recarsi in ambulatorio”. Questo “per consentire al veterinario di stabilire se si tratta di una priorità o meno. E per organizzare l’afflusso razionale all’interno delle strutture. Con appuntamenti precidi. Che garantiscano sale d’aspetto con una persona alla volta”.
“La maggior parte delle strutture – prosegue il presidente dell’Associazione dei veterinari italiani – si sono organizzate in modo tale che il proprietario accompagni l’animale, lo consegni ai medici. E, poi, lo attenda in sala d’attesa. Si procede con la visita. E, poi, si riconsegna l’animale al proprietario”.
”Nei casi in cui questo non è possibile, molte strutture hanno dedicato alle visite uno spazio. Che poi, viene sanificato volta per volta, per la sicurezza per chi lavora negli ambulatori. E anche dei proprietari”.
”Abbiamo ovunque dispenser con prodotti per la sanificazione delle mani, guanti e mascherine a disposizione per chi deve entrare. – chiarisce Melosi – Sono quindi messe in opera tutte quelle accortezze necessarie a ridurre al minimo rischio di contatti in un ambiente chiuso”.
Dunque, almeno per il momento, possiamo stare tranquilli: quella dei cani abbandonati è soltanto una bufala. Ed anzi questo può essere proprio il momento giusto per pensare di ospitare un animale. Magari prendendolo proprio da un canile. In fin dei conti la presenza di un animale a casa può essere un’ottima pet therapy in questi tempi di forte stress.