Campania, numeri da “mattatoio” al Covid di Boscotrecase: 5 morti su 11 ricoverati. E De Luca?
Sette medici e tre infermieri a fronte di undici posti (ora 10) in terapia intensiva. Cinque pazienti che li occupavano sono morti. Praticamente, la metà. L’ultimo, Ettore Spigno, 62 anni, appena ieri. Un esito persino scontato, visto che mancano attrezzature, farmaci e persino i sedativi. Scene dal “lazzaretto” di Boscotrecase, Asl Napoli 3, proprio alle pendici del Vesuvio. Una situazione oltre il collasso. Al punto da spingere i medici a mettere tutto nero su bianco alla direzione generale dell’Azienda sanitaria. La risposta è di quelle che fanno cadere le braccia: riduzione da 12 a 10 dei posti di terapia intensiva Covid-19. Tutto qui.
La denuncia dei medici: «Solo 3 infermieri. Ne servirebbero 13»
Neanche il più cinico e indifferente dei burocrati avrebbe replicato in questo modo. È stato proprio uno dei firmatari, che ha chiesto la garanzia dell’anonimato, a fornire ulteriori dettagli del “lazzaretto” vesuviano a Repubblica, che ne ha dato conto nell’odierna edizione partenopea. La sezione Covid-19 di Boscotrecase è la classica soluzione utile solo alla propaganda e buona solo a ingrassare le statistiche. Serve a far credere che c’è disponibilità di posti letto e che tutto funziona. In realtà, si tratta del mal riuscito restyling di un pronto soccorso di provincia, il Sant’Anna e Santa Maria della Neve, privo di rianimazione e con un piccola sala operatoria per interventi chirurgici di routine. Un vero macello, più che un lazzaretto.
Il Covid vesuviano manca di tutto. Il governatore intervenga
Chissà se il governatore Vincenzo De Luca aveva in mente questo presidio mentre lanciava al governo l’allarme sul «Sud ad un passo dalla tragedia». E chissà se ora ‘O Sceriffo si dimostrerà all’altezza della sua fama di amministratore energico e risoluto. Se, quindi, solleverà dall’incarico (e da terra) il dirigente che ha risposto in quel modo ai medici del Covid-19 di Boscotrecase e quelli che hanno allestito tale porcheria. Li ha nominati lui. Rispondono senz’altro a lui. Chissà se sa che lì mancano anche i kit per le tracheotomie e gli strumenti per il monitoraggio della pressione arteriosa invasiva. E che persino il “protocollo Ascierto“, varato a Napoli dal Pascale e dal Cotugno è indisponibile. In altri tempi si sarebbe detto “De Luca, se ci sei batti un colpo”. Dai suoi video che affollano i social sappiamo che c’è. È del “dove sia” che fortissimamente dubitiamo. Di certo non è a Boscotrecase.
Sono stato attratto dal titolo “Campania, numeri da “mattatoio” al Covid di Boscotrecase: 5 morti su 11 ricoverati. E De Luca?
Non appartengo alla Sanità napoletana, però voglio commentare l’articolo facendo una considerazione. Dal 2015 che il sig. Vincenzo DE LUCA è Governatore della Campania e Commissario alla Sanità Campana e non si è accorto che l’Ospedale di Boscotrecase, ricadente sotto la giurisdizione dell’ASL Napoli 3 versava in condizioni pietose? C’è da inorridire!!!!!! Forse era attratto da altre problematiche? Ammiro, fino ad un certo punto, il medico che ha fornito i dettagli a Repubblica, però, per il bene dei cittadini e tenendo fede al Giuramento di Ippocrate prestato, sarebbe stato meglio rivelarsi. D’altronde lo capisco perfettamente in quanto non si sa quali ritorsioni ci sarebbero state nei suoi confronti, perchè in Italia così si è abituati. Chi ha il coraggio di identificarsi in un giuramento qualsiasi prestato, denunciando un qualcosa inerente la sua professione, quella denuncia gli si ritorce e ne paga le conseguenze E’ la politica che lo vuole.