Ben venga adesso una “cura dimagrante” agli stipendi dei calciatori
Il calcio è arrivato alla conclusione che avevamo prospettato. D’altra parte era inevitabile che così fosse, in un momento in cui tutto il mondo è costretto a ripensare a se stesso. Torna, quindi, ancora più forte di prima la questione di un eventuale sostegno da parte del governo al calcio in difficoltà.
Ma quale difficoltà e per chi? Prima di chiedere soccorsi, sgravi fiscali o altri benefici al governo il calcio deve tagliare i compensi giganteschi dei suoi protagonisti. Basterebbe tagliare del 30 per cento gli stipendi dei calciatori per recuperare 450 milioni di euro, una cifra significativa, in grado di rimettere in sesto i bilanci delle società sportive. Solo se si operasse in via preliminare questa scelta e questo concreto esempio di buona volontà, si potrebbe poi ipotizzare qualche forma di intervento da parte del governo.
Non certo quei soldi pubblici cui il calcio mira, ma eventuali interventi che riguardino aspetti fiscali o connessi ai proventi delle scommesse sul calcio. Quando tutto questo sarà finito, è bene che anche il mondo del calcio rifletta seriamente su se stesso, su quello che è diventato e su quanto, ingiustificatamente, abbia fatto lievitare oltremodo le spese per stipendi e ingaggi. Anche perché allo stato attuale i diritti televisivi fruttano cifre che il calcio non ha mai visto prima, ma nonostante le entrate abbiano raggiunto livelli record, i passivi delle singole società crescono, tranne rare eccezioni, con una situazione di squilibrio colossale.
Perché? Perché i giocatori, e non solo loro, vengono pagati troppo. Dirigenti ed allenatori ottengono benefici inimmaginabili. Il sistema è impazzito. Ben venga, quindi, una cura dimagrante per tutti, per il calcio italiano ma anche quello mondiale. Qualcuno teme che se si taglieranno gli stipendi ai grandi campioni, loro preferiranno non avere alcun ingaggio in Italia. Ma poiché il virus non conosce confini così come la crisi economica che porta dietro, una moratoria internazionale per il calcio è quanto mai opportuna. I sacrifici dobbiamo farli tutti. Non può essere solo il Parlamento ad essere tagliato del 40 percento dei propri rappresentanti. Il calcio, quindi, dia l’esempio e tagli non del 30 ma del 40 percento i propri emolumenti.