“Vangelo e Moschetto”: l’Italia fascista e la Chiesa: un libro di Raffaele Amato

11 Feb 2020 16:23 - di Massimiliano Mazzanti
"Vangelo e Moschetto”
“Vangelo e Moschetto”: riceviamo recensione e volentieri pubblichiamo, caro direttore
Non è facile per nessuno, neanche per il più viscerale degli antifascisti, negare il valore del Concordato. Frutto di quei Patti lateranensi fortemente voluti e firmati da Benito Mussolini l’11 febbraio 1929. Non è facile in quanto l’articolo 7 della Costituzione repubblicana è lì a sottolinearne l’importanza per gli equilibri sociali, morali e politici.

“Vangelo e Moschetto”: chiarezza e documentazione

E i Patti lateranensi non furono – come qualcuno cerca di sostenere – un semplice, per quanto geniale atto di Realpolitik. Bensì – come sottolinea Raffaele Amato nel suo recentissimo “Vangelo e Moschetto”, (Solfanelli) – il compimento perfetto di un percorso ideale e ideologico; di una strategia politica precisa volta non solo a dare una soluzione definitiva alla “Questione romana”; ma anche a sradicare dalla mentalità delle classi dirigenti i portati di oltre un secolo di propaganda massonica.
È fondamentale – secondo l’autore – rilevare che: i Patti lateranensi concludono un ciclo di iniziative politiche e legislative che partono  dalla messa al bando della Massoneria in Italia. Cioè, di quella forza che aveva interpretato il suo ruolo storico alla luce di un feroce Anticlericalismo, di un esasperato Internazionalismo. Minando così di fatto alla stessa “identità italiana”. E non è un caso,  sottolinea l’autore in questo suo libro che si segnala per le non comuni capacità e chiarezza espositive. Espresse non a scapito della precisione storica e documentale.

L’Italia fascista restituì dignità alla Chiesa

Non è un caso che la frattura tra Fascismo e Massoneria fosse stata preceduta da quella tra Grande Oriente e movimento nazionalista;  e dalla confluenza di quest’ultimo nella schiera delle “camicie nere”. Col Concordato, quindi, l’Italia fascista non solo restituì piena dignità pubblica alla Chiesa e alla Fede cattolica. Ma tornò a riconoscere alla religione la funzione di “coronamento” dell’educazione dei giovani.
Oggi in particolare, la Chiesa postconciliare prova e potrebbe provare ben più di un imbarazzo nel ripercorrere le tappe di quel lungo cammino: che vide Fascismo e Vaticano accompagnarsi finanche in avventure belliche. Pima tra tutte, la guerra in Spagna. Ma, pur analizzando anche i non infrequenti momenti di tensione tra le due istituzioni, Raffaele Amato non può non arrivare a questa conclusione:  proprio e solo sotto il Fascismo, nell’Italia moderna, la Chiesa ha potuto informare la società dei suoi più significativi e radicati principi morali.
Influenza, quella della Chiesa, accettata e promossa, pur nella sostanziale dimensione laica dello Stato. Non solo e non tanto nell’apertura delle istituzioni alle istanze del Cattolicesimo, ma anche nella lotta strenua che fu condotta alle associazioni nemiche della Fede di Roma.

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