“Spazzacorrotti”, la Consulta: «Ecco perché è illegittima». FI esulta: «Sentenza spazzagoverno»

26 Feb 2020 16:30 - di Francesca De Ambra
Spazzacorrotti

Promosso a Bruxelles, bocciato a Roma. Nel giro di poche ore il ministro Bonafede incassa l’ok della Ue alla blocca-prescrizione e subisce il ko sulla spazzacorrotti. Particolarmente sonoro, a leggere oggi le motivazioni che il 12 febbraio scorso portarono la Consulta a bocciare il provvedimento fiore all’occhiello del Guardasigilli. «Se al momento del reato è prevista una pena che può essere scontata fuori dal carcere – vi si legge -, ma una legge successiva la trasforma in una pena da eseguire dentro il carcere, quella legge non può avere effetto retroattivo». Uno studente al primo anni di giurisprudenza lo avrebbe capito da solo. A Bonafede ha dovuto spiegarlo la Corte Costituzionale. «Tra il “fuori” e il “dentro” – sottolineano i giudici delle Leggi – vi è una differenza radicale: qualitativa, prima ancora che quantitativa. Perché è profondamente diversa l’incidenza della pena sulla libertà personale».

Depositate le motivazioni della Corte Costituzionale

Da qui la dichiarazione di illegittimità della spazzacorrotti, «là dove estende alla maggior parte dei reati contro la pubblica amministrazione le preclusioni alle misure alternative alla detenzione» equiparandoli a quelli di mafia. Idem per il meccanismo processuale della sospensione dell’ordine di esecuzione della pena in caso di condanna a non più di quattro anni. In questo caso, infatti, resta salva la facoltà di chiedere al tribunale di sorveglianza l’ammissione a una misura alternativa alla detenzione. Una decisione persino scontata, questa della Consulta. Resa quanto meno molto probabile dalla circostanza che la legge spazzacorrotti «non contiene alcuna disciplina transitoria». È sprovvista, cioè, di una “norma ponte” tra il “prima” e il “dopo” che le avrebbe consentito di evitare una bocciatura così evidente.

Bocciata la retroattività della “spazzacorrotti”

L’ansia da coronavirus non ha trovato distratta  l’opposizione. «Per noi è “Spazzagoverno“», attacca Anna Maria Bernini. La capogruppo di Forza Italia al Senato considera la decisione della Corte come «un alto monito alla deriva giustizialista di questa maggioranza, che però fa orecchie da mercante e persevera come se nulla fosse con l’abolizione della prescrizione e l’uso sempre più indiscriminato delle intercettazioni. Un motivo in più – conclude – per mandare a casa questo governo illiberale».

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