Siamo in pieni “Promessi sposi”. Travaglio: «Renzi è l’Innominato». Lui, però, è don Rodrigo (video)

26 Feb 2020 13:20 - di Marzio Dalla Casta
Innominato

Nel clima manzionano a base di epidemia, nozze rinviate e “dagli all’untore“, l’Innominato non poteva certo mancare. Infatti, puntuale, è arrivato. Anzi, si è calato come inquietante fantasma nello studio tv di Lilly Gruber previa evocazione di Marco Travaglio. Ma non c’entra il violento “bravo“, poi rinsavito, dei Promessi Sposi. C’entra, più modestamente, Matteo Renzi. L’Innominato è lui. E lo è, spiega Travaglio, perché l’ex-premier ha la querela facile e lui non ne può più di essere bersagliato da citazioni, carte bollate e richieste di risarcimento. «Davvero non posso permettermi di nominarlo», ha detto il direttore del Fatto Quotidiano davanti ad una divertita Giorgia Meloni. Celiava, in realtà.

Il direttore: «Lo chiamo Innominato perché querela sempre»

E sì, perché mentre se ne diceva impaurito, non esitava a scaricargli contro il consueto fuoco di fila. Fuoco a volontà, col mirino ben puntato sugli «amici piazzati alla Cassa Depositi e Prestiti», ai quali poi chiedere davvero un prestito per realizzare villa con piscina in zona residenziale e panorama mozzafiato. Insomma, che sia nominato o meno, dalle grinfie di Travaglio Renzi esce sempre ammaccato e illividito. Salvo poi ricorrere in tribunale. Un duello infinito, dove però non è chiaro chi attacca e chi si difende. Chi mena fendenti e chi para il colpo. Quel che è certo, è che è all’ultimo sangue. Alla fine solo uno, tra Travaglio e l’Innominato, resterà in piedi.

Tra i due un duello infinito

Il primo ha più chanches. Da politico Renzi è più esposto e rischia di restare infilzato ad ogni contrattacco. Pure Travaglio è politico. È il vero capo dei Cinquestelle. Ma all’occorrenza sa rintanarsi come pochi nel guscio protettivo della professione e da lì invocare il suo diritto di critica e di cronaca. Un po’ a senso unico, per la verità. E spesso con qualche contraddizione di troppo. Infatti, oggi vuole l’alleanza tra M5S con il Pd mentre solo ieri la aborriva. Fu lui, al tempo della famosa diretta streaming, a stoppare il “matrimonio” politico tra Grillo e Bersani: «Non s’ha da fare», intimò. Lo scrisse anche un editoriale, significativamente intitolato Oggi sposi. Insomma, se l’Innominato è Renzi, il don Rodrigo è Travaglio. E ora sì che il romanzo è completo.

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