Rai, Sangiuliano: «Contesteremo, punto per punto, le motivazioni dell’Agcom»

21 Feb 2020 18:56 - di Roberto Frulli
RAI - GENNARO SANGIULIANO

Il direttore del Tg2 Rai, Gennaro Sangiuliano, si appresta a controbattere «punto per punto» e «con prove inoppugnabili» alle contestazioni dell’Agcom. Che accusa il telegiornale della seconda rete televisiva di faziosità, tanto nella politica interna quanto nella politica estera e nella cronaca. E che, per questo, ha multato la Rai per 1,5 milioni di euro per violazione degli obblighi del contratto di servizio. Con una delibera che ora i direttore del Tg2 Rai vuole impugnare e confutare.

Lo faremo, avverte Sangiuliano, «nelle sedi opportune. Dimostrando che noi siamo in linea con i principi di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura. E, su casi specifici, produrremo i servizi di altre testate televisive. Che pur avendo fatto le stesse cose nostre non sono state menzionate».

Da Trump a Macron le contestazioni Agcom alla Rai

Le questioni sul tappeto sono parecchie. E riguardano i vari servizi mandati in onda dal Tg2 Rai in questi mesi.
Da quelli su Donald Trump a quelli sul sovranista Steve Bannon. Da Boris Johnson fino a Emmanuel Macron intervistato da Fabio Fazio. E, non ultimo, l’aver definito “nordafricani” i presunti responsabili dell’omicidio del vice-brigadiere Mario Cerciello Rega. Risultati, poi, invece, con lo sviluppo delle indagini, essere due cittadini statunitensi.

Ma il forte sospetto è che si sia trattato di una vera e propria trappola politica. La reazione, praticamente in tempo reale, di alcuni politici del Pd fa pensare che fosse stato tutto pianificato in anticipo e a tavolino. E sarebbe gravissimo. Perché significherebbe che è stata utilizzata un’istituzione come l’Agcom per sferrare un attacco da parte di una precisa parte politica. Un vizio che la sinistra ha nel suo Dna.

«Tutti hanno parlato all’inizio di “due nordafricani“. – rilancia Sangiuliano – E noi li abbiamo definiti così nell’edizione delle 13 (del 26 luglio 2019, ndr) perché tutte le principali agenzie di stampa, nonché il sito news dei Carabinieri, parlavano di “nordafricani“. Già, però, nell’edizione delle 18 abbiamo corretto il tiro. Mentre altre testate che hanno continuato a sbagliare, non sono state menzionate dall’Authority».

L’Ordine dei giornalisti ha già archiviato il procedimento

«Inoltre – ricorda il direttore del Tg2 Rai – sulla questione c’è stato proprio un procedimento dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Che ha archiviato la vicenda proprio perché ha ritenuto che fossimo stati indotti in errore dalle fonti».

Quanto all’incontro ad Hanoi tra il presidente Usa Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un l’Authority segnala che nel servizio del Tg2 delle 20,30 del 28 febbraio 2019, «il corrispondente afferma che “Trump è stato abile”. Eppure, appena mezz’ora prima, lo stesso corrispondente, nell’edizione del Tg1 delle 20, aveva definito il vertice “un fallimento” definito una “battuta d’arresto”».

«Ci contestano l’affermazione “Trump è stato abile'” Dov’è il problema? – si chiede Sangiuliano – Sembra che in Italia ci sia l’obbligo giuridico di parlar male di Trump. Anche se poi si parla di “battuta d’arresto” in riferimento al vertice, questo non sminuisce l’abilità di Trump nel condurlo».

Sull’intervista a Steve Bannon, in realtà interpellato da giornali e tv di tutto il mondo, Sangiuliano ricorda che Bannon «è stato nominato Capo dei consiglieri della Casa Bianca. Un incarico che fa parte dell’architettura istituzionale americana».

Sangiuliano: «siamo ancora in democrazia in Italia?»

A proposito del «sarcasmo nei confronti dell’intervista di Fazio al presidente francese Macron – dice Sangiuliano – ritengo che il sarcasmo sia un ingrediente fondamentale del giornalismo e della letteratura mondiale. Siamo ancora in democrazia o c’è divieto di criticare Macron? E comunque esiste tutta una pubblicistica fatta da grandi economisti sull’invasività economica francese in Italia».

Nel caso specifico l’Agcom contesta l’editoriale del Tg2 del 4 marzo 2019 nel quale si commenta ironicamente l’intervista rilasciata a Fabio Fazio dal presidente Macron su Rai Uno. «Il cittadino e utente viene esposto ad un editoriale che bersaglia i due interlocutori – accusa l’Autority – senza alcun riferimento esplicito al senso e al contesto di riferimento. E senza un chiaro ancoraggio ad una “notizia”, né all’esplicitazione delle ragioni che motivano l’editoriale».

Anche Le Monde ha criticato le violenze della polizia francese

Ancora Francia nel servizio contestato dall’Agcom sulla reazione della polizia francese alle proteste dei gilet gialli.
«Il Tg2 – dice Sangiuliano – non ha fatto altro che fare quello che ha fatto la stampa d’oltralpe: evidenziare alcuni e circostanziati comportamenti violenti della polizia francese, come ha fatto anche Le Monde».

Anche sul caso Svezia «nella nostra inchiesta, che si snoda su più puntate delle quali l’Agcom ne ha esaminata solo una, abbiamo sentito gli imam, il rabbino ed esponenti di tutte le parti politiche. Che hanno espresso opinioni contraddittorie. Ci sono state inchieste dei grandi network internazionali e di giornali italiani che sono state molto più dure del Tg2» Rai, conclude Sangiuliano.

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