Prescrizione, salta l’ipotesi milleproroghe. FI: «Maggioranza in un vicolo cieco»

11 Feb 2020 13:41 - di Michele Pezza
Prescrizione

Un passo avanti e due indietro. È il minuetto del governo sulla prescrizione. L’ultimo “movimento” stabilisce che il “lodo Conte” uscito dal cilindro dell’intesa M5s-Pd-LeU (senza Renzi) nel corso dell’ultimo vertice di maggioranza non sarà più presentato come emendamento al “milleproroghe“. Il relativo decreto va convertico, pena decadenza, entro il prossimo 29 febbraio. Il testo è al momento in Commissione alla Camera e la sua presentazione in aula è slittata a venerdì. Una volta approvato, dovrà ripercorrere lo stesso iter al Senato.

Il governo ci ripensa. Renzi ringrazia

La decisione di far saltare il “milleproroghe” come sede della ratifica dell’accordo a tre sembra aver rabbonito le intenzioni di Renzi. «Mi sembra un gesto di buon senso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo», ha fatto sapere. Il leader di Italia Viva è impegnato anche in balletto tutto suo. Ha minacciato e blandito, provocato e ritrattato. Fino ad annunciare la presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Bonafede. Per lui la  decisione del governo cade a fagiolo. Infatti, la presenta come un suo successo che gli consente di spostare più in là la resa dei conti. «Quando arriverà la prescrizione in aula – puntualizza – noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratterizza». Dimentica o finge di dimenticare che intanto il blocca-prescrizione è già in vigore.

Forza Italia: «La prescrizione di Bonafede è già in vigore»

Parole che fanno scattare nel resto della maggioranza la corsa a non lasciare tutta la scena a Renzi. «Giusto e corretto non inserire la riforma della prescrizione nel milleproroghe», afferma il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro. Ancor più sorprendente il reggente dei 5Stelle, Vito Crimi, riuscito a non pronunciare neppure una volta la parola prescrizione in una lunga dichiarazione: «Questo – avverte – è il momento di lavorare per dare processi più rapidi e giusti, è questo ciò che interessa ai cittadini e su questo bisogna concentrarsi». Il resto è il solito peana al ministro. Chi gongola per la resa del governo è l’opposizione. «Ora la maggioranza è in un vicolo cieco – costata Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato -. Per chi si dichiara garantista la via maestra è una sola: dire sì al testo di Costa».

 

 

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