Piangiamo gli italiani infoibati. Tito li sterminò ma vanta ancora quell’onorificenza burocratica e vile

9 Feb 2020 6:00 - di Francesco Storace

I massacrati, gettati a decine di migliaia nelle Foibe dalle truppe di Tito, vilipesi dall’Associazione Partigiani. Ma il loro carnefice resta insignito della più alta onorificenza della Nazione. E’ tuttora Cavaliere di Gran Croce decorato di gran cordone al merito della Repubblica italiana. Al merito, capito?

A Tito fu concessa, e sta ancora là, quell’onorificenza che si riconosce per altissime benemerenze a persone eminenti, italiane e straniere. Di solito è riservata ai capi di Stato. A uno solo è stata revocata nella storia, al presidente della Siria Assad. Non essendo stato ammazzato dall’Isis, la burocrazia poté notificargli il ritiro del prestigioso riconoscimento. A Tito no, perché è morto.

Roba bestiale, che fa accapponare la pelle. Quando il presidente Saragat, nel 1969, conferì la Gran Croce al boia jugoslavo si era ancora lontani dalla verità affermata persino per legge, con l’approvazione della proposta Menia istitutiva del Giorno del Ricordo. In quel tempo c’era stata la primavera di Praga. C’era stato l’infausto trattato di pace. Tito faceva e disponeva.

Tito ancora decorato perché è morto, dicono…

Eppure, quell’offesa ai martiri delle foibe, agli uomini e alle donne dell’esodo, ai loro familiari, resta ancora lì, sul sito del Quirinale. Perché una burocrazia sorda alle lacrime di chi ancora piange ha trasformato il maresciallo Tito in un eroe incancellabile dalle onorificenze italiane.

Non sappiamo quanti conoscono questa storia che è affrescata nelle proposte di legge presentate per Fratelli d’Italia da De Carlo alla Camera e da Ciriani al Senato. (Anche il leghista Panizzut ne ha depositata successivamente una simile a Montecitorio). Tutte con unico filo conduttore: per togliere di mezzo questo scandalo bisogna scrivere che l’onorificenza può essere revocata anche ai defunti. Sapete perché? I morti non possono fare ricorso e quindi ci dobbiamo tenere la Gran Croce di Tito se non si modificano le norme vigenti. Chissà quale ricorso dovrebbero invece presentare gli italiani infoibati dalla pulizia etnica del macellaio di Belgrado…

Ovviamente né alla Camera né al Senato le proposte di legge assegnate alle commissioni competenti hanno fatto passi in avanti. Domani ascolteremo tanta retorica da istituzioni sorde e quei parlamentari che si sono esposti pure agli strali dell’Anpi continueranno a non avere risposta alla loro domanda di decenza e dignità nazionale.

Fate pulizia di chi massacrò gli italiani

Persino Giorgio Napolitano, da Capo dello Stato, nel 2007, parlò di “un moto di odio e furia sanguinaria e un disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica”. E Mattarella, sempre dal Colle: la legge contribuì a “sanare una ferita profonda nella memoria e nella coscienza nazionale”. E che “non c’è posto per l’estremismo nazionalista, gli odi razziali e le pulizie etniche”. Presidente, perché ci deve essere però ancora posto per quel criminale slavo sul sito del Quirinale? Levategliela e basta, quella Gran Croce, nessuno farà ricorso al Tar vogliamo sperare…

Fare pulizia di chi ha insanguinato l’Italia. Non ricorrere all’armamentario burocratico per evitare di fare i conti con quella storia. Rispettare vittime ed eredi. Questo ci aspettiamo dalla Repubblica nel Giorno del Ricordo. È la giustizia che va resa a quanti furono assassinati solo perché erano italiani. Patrioti.

Commenti

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  • Emmanuel 6 Maggio 2020

    Revocargli questa onorificenza sarebbe il minimo per tutti gli orrori commessi ai danni degli italiani e pensare che c’è ancora chi commemora in alcuni territori italiani l’occupazione jugoslava…bah!

  • Alessandro Mordini 10 Febbraio 2020

    Beh il Macellaio di Belgrado in realtà era di padre croato e madre slovena…
    diamo a Cesare quel ch’è di Cesare!
    Lui serbo non era e non pochi serbi fecero la nostra fine in quegli anni.

  • Carlo Cervini 10 Febbraio 2020

    In confronto a Lenin e Stalin Tito fu un chirichetto e anche modesto, ma i grandi massacratori giacobini e comunisti la fanno sempre franca in una società europea dove la cultura, la scuola e l’università sono di sinistra, cioè cosa loro………………Questo è 10 volte più pericoloso della Mafia…………ma tantè i patrioti e i liberali devono subire………… vale sempre il detto che “chi agnello si fa….lupo lo mangia”.

  • Giuseppe Forconi 10 Febbraio 2020

    Anche se a posteriori ma l’onorificenza gli andrebbe tolta, sarebbe una bella dimostrazione di coerenza e serieta’.

  • Sergio Daniele Pegorini 9 Febbraio 2020

    sarebbe ora di levare l’onorificenza al caapo degli assassini slavi.

  • Cecconi 9 Febbraio 2020

    Storace,

    sottoscrivo ogni singola parola di quanto lei ha scritto. Ad ogni modo non ritengo che il PdR farà mai il passo per togliere l’onorificenza. I suoi elettori non glielo consentiranno mai. Sono rimasti uguali ai propri predecessori.
    Anzi. Sono ben peggiori. Guardi cosa stanno per combinare alla chetichella. Quando accadono determinati fatti mi viene sempre in mente il saggio adagio italiano: “quando i piccoli parlano, i grandi hanno già parlato”.

    E’ qualcosa di veramente mostruoso:
    https://www.nicolaporro.it/i-giudici-decidono-pure-sul-fine-vita-dei-bambini/

  • Giuseppe Forconi 9 Febbraio 2020

    Effettivamente, e’ roba da far accapponare la pelle. Per un paese ad alta % di comunisti come l’Italia quella onorificenza non fece nessun reclamo. Oggi, anche se cadavere, quel titolo gli andrebbe rimosso.
    Non si da una onorificenza ad un sanguinario come tito o stalin o hitler e tanti altri sia aficani che medio orientali oppure sud americani ecc, ecc,
    Purtroppo tutto questo rimane storia e non la si puo’ cancellare, ma le onorificenze SI.

  • maurizio pinna 9 Febbraio 2020

    La loro unica colpa fu quella di essere Italiani non comunisti, quindi per l’assioma del pensiero unico: non potevano non essere fascisti. Vi furono italiani, non molti, che vennero risparmiati perché in possesso di documenti comprovanti il loro credo. Il Servizio Informazioni della X Divisione di Fanteria della Marina Repubblicana, rinvenne su persone e in abitazioni rastrellate durante le Operazioni nella località di Tarnova lasciapassare prodotti dalla brigata partigiana comunista stella rossa, inquadrata militarmente nel 9°Corpus jugoslavo.

  • sergio la terza 9 Febbraio 2020

    Tito è morto, Saragat pure.il presidente bottiglietta quel giorno era ubbriaco.scontino le loro colpe.

  • Antonip 9 Febbraio 2020

    Purtroppo abbiamo avuti presidenti di sinistra o sinistrosi che hanno sempre mistificato o nascosto le angherie e crimini commessi dai comunisti italiani e stranieri contro gli italiani che non la pensavono come loro, vedi Porzus, gli infoibati dell’Istria, Dalmazia, gli uccisi nei gulag russi con il silenzio assordante di Togliatti, l onorificenze di Saragat a Tito, il pellegrinaggio di Pertini alla salma del suo degno compare Tito, ma mai hanno speso una parola per quegli italiani che hanno e soffrono pene per misfatti a loro attribuiti le che non hanno mai commesso, il popolo per questi politici e la storia vecchia e nuova lo dimostra sono una nullità omaggiato solo in tempo di votazioni.
    Mai