L’Ue vuole imporre grattacieli nei nostri centri storici. Rampelli: “Non si azzardino…”

3 Feb 2020 16:50 - di Sabrina Fantauzzi
grattacieli
Grattacieli nei centri storici. Dopo la decisione della Yale Universiy  di sopprimere il corso  sul Rinascimento arriva un’altra pesante minaccia sull’identità italiana: l’Unione Europea ha emanato le linee guida sullo stile architettonico da seguire in caso di ricostruzione nei centri storici. Quanto alla Yale University, era stato il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli a denunciarne il contenuto. Questa volta la denuncia arriva da due autorevoli docenti d’OltreOceano: Michael W. Mehaffy e Nikos Salingaros. Che dagli Stati Uniti scrivono un articolo dal titolo inequivocabile: ‘Reactionary modernism strikes again’ (Il modernismo reazionario colpisce ancora https://foprn.org/2020/01/06/reactionary-modernism-strikes-again/).

Rampelli: “Attacco alla nostra identità architettonica”

Con Salingaros Rampelli ha condiviso la battaglia contro l’archistarsystem che è divampata lo scorso decennio. Proprio mentre in Italia si celebravano le magnifiche sorti e progressive di chiese cubiche, stadi con le vele e centri congressi ‘nuvoleschi’ . In questo saggio, per la prima volta tradotto in italiano, i due docenti lanciano un monito: i grattacieli imposti sono un’assurdità.

Rampelli: “Non trasformiamo le nostre città in una nuova Manhattan”

“Attenzione qui si vuole falsificare la storia dell’Europa”. A farne le spese soprattutto l’Italia con il suo immenso patrimonio storico e architettonico. Rampelli, nella doppia veste di politico e architetto, avvisa: “Non trasformeremo i centri storici in una nuova Manhattan. L’UE non si azzardi a cancellare la nostra identità architettonica e paesaggistica”. Intanto è già pronta un’interpellanza e una mobilitazione di molte associazioni di tutela del patrimonio italiano. Seguirà una conferenza stampa.
Ecco alcuni stralci dell’articolo dei due studiosi. “Immaginate il seguente scenario: Venezia, 1902, è appena crollata la bellissima torre campanaria in Piazza San Marco. Quella stessa sera, il consiglio comunale della città vota per l’approvazione di 500.000 Lire per la pronta ricostruzione: per fare in modo che i futuri residenti e visitatori possano continuare a godere di questo bellissimo campanile”.

Ue, ora siamo allo “stilisticamente corretto”

“Immaginate poi che un burocrate da lontano si faccia avanti bloccando i lavori: “I nostri standard non lo consentono! Le nostre politiche di finanziamento richiedono che un progetto utilizzi il design contemporaneo”.
Il che significa che è possibile utilizzare solo gli stili attuali. (…) Risultato: il progetto di ricostruzione autentica non può andare avanti mentre viene costruito qualcosa di totalmente contemporaneo.
“Questa seconda parte dello scenario non si è verificato. O almeno, non ancora”, si legge nell’articolo. “Ma il pericolo esiste perché è ciò che prevede l’attuale proposta dell’UE che disciplina le nuove costruzioni nei centri storici limitando i finanziamenti per progetti che non siano “stilisticamente corretti”. Vale a dire contemporaneo “nel design”.
“A dettare le future regole è la Raccomandazione numero 16: “Principi di qualità europei per interventi finanziati dall’UE con potenziale impatto sul patrimonio culturale”.  “Quando sono necessarie nuove parti / elementi, un progetto deve utilizzare il design contemporaneo aggiungendo nuovo valore e / o utilizzo nel rispetto di quelli esistenti”.

 Cosa accadrebbe a Venezia se…

“Una frase sibillina, sottile ma radicale. In sostanza: oltre a vietare la ricostruzione del campanile di Venezia, si decreterebbe, per esempio: che le ricostruzioni della storica Varsavia, Dresda, Potsdam non sarebbero consentite. Questa raccomandazione potrebbe avere pesanti ripercussioni anche sulla Cattedrale di Notre Dame di Parigi”.

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 5 Febbraio 2020

    Mahhhhh !!!! Non ci resta che piangere avrebbe detto……..!! Stiamo rasentando l’assurdo non si capisce da chi possono venir fuori queste idee malsane tra quei personaggi che bivaccano a nostre spese a Bruxelles. Eppure il cretino del toscani non e’ li con loro, anche se e’ sufficiente che ci sia gentiloni.!!!
    Non e’ certo questa l’Europa che si voleva, ecco perche’ Paesi con una cultura un po’ piu’ corretta se ne e’ uscita e presto anche altri tra i 27 che ne fanno parte, inizieranno a pensarci…. e noi ? Rimaniamo li a farci dettare quello che dobbiamo fare ? Possiamo sempre dire , ci abbiamo creduto, ci abbiamo provato, ma se non funziona si esce, non ce lo ha mica ordinato il dottore??? Chiaro che tra il dire e il fare….. ma si puo’ sempre ragionare ( se te lo permettono ) correggere l’attuale disastrosa situazione. Non chiedetelo a gentiloni, per lui va tutto bene tanto non e’ italiano.

  • giovanni vuolo 4 Febbraio 2020

    Ogni giorno se ne inventano una, e studiano davvero tanto, nel tentativo di danneggiarci. Dalle etichette libere, ai falsi giudizi denigratori sui nostri prodotti alimentari; adesso vogliono colpire il turismo, tra le nostre risorse primarie; tutto pur di demolire le nostre eccellenze. Non se ne può più.

  • Silvia Toresi 4 Febbraio 2020

    Perché non usciamo anche noi dalla Comunità Europea e anche di corsa?

  • ADRIANO AGOSTINI 4 Febbraio 2020

    Roba da pazzi! Li mettessero al posto di Notre Dame e della Cattedrale di Colonia.

  • Max 4 Febbraio 2020

    Questi sono da curare. TSO urgente.

  • ANTONIO GIOVANNETTI 3 Febbraio 2020

    Ma ora che Gentiloni ha traslocato verso la commissione, tutto si può fare. Del resto con lui abbiamo visto che il mare Algerino è arrivato fino alle acque territoriali Italiane in Sardegna; Una parte del mar ligure stava andando nel comprensorio francese, ora i centri storici saranno distrutti architettonicamente per l’invidia di coloro che non possono farsi vanto dei propri. Non si dica che Gentiloni non si sta dando da fare. Per quanto mi riguarda, chiederò di fare una villetta in Piazza di Trevi.