L’Italia apre la strada alla chirurgia del futuro: a Bologna primo intervento al mondo con realtà aumentata (video)

18 Feb 2020 14:33 - di Gigliola Bardi
realtà aumentata

Non siamo ancora allo spot della Tim, in cui il cardiochirurgo esce dal matrimonio della figlia, indossa un visore 3D e opera a distanza. Ma, insomma, sembra che la medicina ci si stia avvicinando davvero a grandi passi. Con l’Italia a fare da apripista. È stato eseguito infatti a Bologna il primo intervento al mondo con realtà aumentata in sala operatoria. Un traguardo reso possibile grazie a Vostars, un innovativo visore sviluppato nell’ambito di un progetto europeo, coordinato dall’Università di Pisa.

La realtà aumentata entra in sala operatoria

L’operazione è avvenuta al Policlinico Universitario S. Orsola di Bologna. Si tratta di un intervento maxillo-facciale, che consisteva nel resecare e riposizionare mascella e mandibola di un paziente per ripristinare le funzionalità del morso. In sala operatoria il chirurgo vedeva di fronte a sé anche elementi virtuali, in grado di supportarlo e guidarlo. “Lo ha reso possibile a un visore di Realtà aumentata all’avanguardia, che il chirurgo ha indossato durante l’intervento”, ha spiegato il Policlinico, dando notizia dell’operazione. È stato poi Vincenzo Ferrari, ingegnere biomedico al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e coordinatore del team europeo che ha progettato Vostars, a spiegare gli aspetti tecnici dell’operazione.

Cosa cambia rispetto al passato

“Fino a questo momento – ha chiarito – la realtà aumentata non è stata sfruttata appieno in sala operatoria. I visori attualmente in commercio rendono disponibili direttamente nel campo visivo alcuni contenuti digitali, come per esempio l’immagine tridimensionale dell’organo da operare. Di solito il medico visualizza queste immagini virtuali, ottenute dagli scanner radiologici (come tac e risonanza magnetica), prima dell’operazione, per aiutarlo nella preparazione dell’intervento. Non era mai accaduto fino ad ora, però, che un visore fosse usato per guidare il vero e proprio atto chirurgico. Il problema erano la difficoltà per il nostro occhio nel mettere a fuoco gli oggetti reali e virtuali contemporaneamente”.

Tre anni di lavoro per progettare il futuro

Con i visori precedenti eventuali informazioni aggiuntive su paziente e intervento devono essere riportate su un monitor esterno, obbligando il medico a spostare lo sguardo e la concentrazione dal paziente allo schermo. “È ovvio – ha chiarito Ferrari – che se il chirurgo deve seguire una linea di taglio virtuale questa deve apparire nel posto giusto e al momento giusto, ma ottenerlo non è banale. Inoltre, la guida virtuale e il paziente devono essere poter essere messi a fuoco contemporaneamente“. Vostars ha superato questi limiti. “Per farlo – ha spiegato il coordinatore del progetto – abbiamo dovuto risolvere problemi molto complessi, che riguardano principalmente la coordinazione occhio-mano e la coerenza tra immagine reale e virtuale temporalmente, spazialmente e in termini di messa a fuoco”. Per raggiungere l’obiettivo sono serviti tre anni di lavoro e l’impegno di scienziati e tecnici di quattro Paesi, sotto la guida – vale la pena ribadirlo – degli italiani dell’Università di Pisa.

 

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