Le Sardine nel mirino di Flores d’Arcais: «Avanti così e finirete per estinguervi»

3 Feb 2020 18:09 - di Valerio Falerni
Sardine

Tirati di qua e di là. Mestiere faticoso, quello delle Sardine. Soprattutto dopo che l’ambaradan ufficiale le ha elevate a vera carta vincente della contesa emiliana. Basta guardarle in faccia, le Sardine, per capire quanta strada hanno fatto e quanta ancora ne debbono fare. Già, se ieri soffrivano nel vedere il cattivone Salvini importunare via citofono una molto presunta famiglia di spacciatori tunisini, ora che sono loro a surfare sulla cresta dell’onda s’offrono al migliore offerente. Purché di sinistra. La coerenza, si sa, prima di tutto.

Dopo l’appello a Conte e la foto con Benetton

Ed eccoli i vari Santori & Trappoloni in bella mostra della vetrina di Repubblica per lanciare un accorato appello a Conte: «Potremmo essere il popolo che avete sempre voluto, se riuscirete a dare corpo alla politica che abbiamo sempre sognato». Che dire, rivoluzionari veri. Ma tant’è, le Sardine si sono infilate in un gioco più grande di loro e non sanno come uscirne. Credevano che la politica fosse una questione di decibel e di bon ton. Si stanno accorgendo che invece è «sangue e merda», secondo la non ipocrita definizione di Rino Formica. Significa che tocca sporcarsi le mani se si vuole avere un ruolo e lasciare una traccia.

Le Sardine si mobilitano contro l’opposizione

Glielo ha detto anche un insospettabile come Paolo Flores d’Arcais: «Se non riuscirete ad essere divisivi, sarete destinati all’estinzione», ha polemicamente scritto sull’Huffington Post. Fossimo in loro, una riflessione sulla tesi del fondatore di Micromega la faremmo volentieri. Del resto, non basta sfoggiare la faccia da figlio che ogni mamma vorrebbe per restare in sella. Mentre la foto che ha immortalato le Sardine con Luciano Benetton proprio mentre il governo da esse sostenuto vuole revocargli le concessioni autostradali, segnala un problema di ingenuità poco tollerato in politica. Ma anche di democrazia. Già, sono le dittature a mobilitare le piazze contro gli oppositori.

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