Gualtieri, candidato col trucco. E la Raggi ha già scaricato la candidata M5s

5 Feb 2020 15:44 - di Davide Ventola

Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia,  è candidato alle elezioni suppletive del primo marzo con il trucco. Il candidato Pd corre nel Collegio dove il suo dicastero ha un’influenza pesante. Non solo. Interviene in tv come ministro, avendo una visibilità ciclopica rispetto agli altri rivali. Ieri era su La7, dove per 15 minuti ha guadagnato un superspot. Provate a immaginare se il candidato del centrodestra, Maurizio Leo, potrà mai avere le stesse presenze da oggi fino a fine mese.

La cavalcata elettorale di Gualtieri ha la fortuna di avere rivali azzoppati prima della partenza. Prendete la candidata del M5s, Rossella Rendina. Come denuncia la pagina Fb 7 Colli, la povera grillina è stata mandata allo sbaraglio e abbandonata.

La Raggi ha mollato la sua candidata

“Qualcuno la dà già pentita per aver accettato di competere, sperava almeno in una telefonata di Virginia Raggi, ma si deve accontentare solo di Paola Taverna. Ma la sindaca sbaglia, perché in questa elezione nel cuore di Roma – il collegio va da Montemario ai rioni del centro storico passando per Prati e lambendo Trastevere – si misura anche lei. E sui voti che prenderà la Rendina non certo su quelli di Gualtieri”.
“I Cinquestelle –prosegue  a un anno dalle comunali, possono permettersi un’altra batosta modello Emilia Romagna con un movimento ridotto ai minimi termini? O il patto di puro potere sottoscritto con il Pd prevede persino il sacrificio di una candidata gettata allo sbaraglio e poi abbandonata? Nosi prepara a correre da superfavorito alle elezioni suppletive, in programma a Roma”.

Gualtieri, il candidato dopato

“Nelle prossime settimane – ha ricordato Adolfo Urso – il governo dovrà procedere ad oltre 400 nomine”. Inoltre, il ministro sarà “oggetto di presenza costante e rilevante in Parlamento e sui mezzi di comunicazione“. Una circostanza tale “da violare le norme basilari in materia di par condicio rispetto agli altri candidati”. Urso, poi, ricorda che “per il sindaco candidato nel collegio del suo Comune o il capo di Gabinetto dello stesso ministero, la legge non a caso prevede espressamente le dimissioni prima della accettazione della candidatura“. “Figure che senza dubbio – ha aggiunto il senatore di FdI – hanno un ruolo meno incisivo ed importante di quello del ministro”. E in tutto questo i grillini, muti. Ormai vassalli di Zingaretti & co.

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