Droga in Parlamento, Salvini: «A giudicare dagli occhi che vedo…». E scoppia la bufera

21 Feb 2020 9:12 - di Fulvio Carro
droga

Matteo Salvini lancia la “bomba”. La droga? «A giudicare dagli occhi che vedo la mattina in Parlamento, qualche parlamentare la difende perché ne fa uso», afferma. «Avevano proposto di fare il test antidroga ai parlamentari, io posso farlo anche domani mattina…». Poi aggiunge: «Io voglio un’Italia libera dalla droga e gli spacciatori con le palle incatenati ai piedi e ai lavori forzati».

Droga nel Palazzo, i Cinquestelle insultano

Una frase, quella del leader della Lega, che provoca subito un terremoto. Sono soprattutto i Cinquestelle che urlano e arrivano all’insulto. «Salvini? Dica le stronzate che vuole, ha solo voglia che gli si vada dietro. È una tattica da disperato, da sfigato», dice all’Adnkronos il senatore M5S Alberto Airola.  E il pentastellato Carlo Sibilia cerca di farel’ironico (senza riuscirci): «Tra mojito e citofoni forse è il caso che il test lo faccia sul serio».

Gli interventi di Storace e Gasparri

C’è talmente tanta droga in parlamento che sono convinti di governare», scherza Francesco Storace. Per Gasparri, quella di Sardini è una scoperta tardiva: «Molti parlamentari – che anche in passato hanno difeso l’uso di droghe – l’hanno fatto anche perché consumatori. La droga è un vero flagello. Quando il centrodestra tornerà al governo dovrà fare una priorità della lotta a tutte le droghe, con politiche serie di prevenzione e  recupero, non solo con slogan».

Durigon: «Nessuno si tiri indietro»

«No alla cannabis e a qualsiasi droga è sempre stato un punto di riferimento del nostro programma, ancor più proibito a chi ricopre ruoli istituzionali. E se ci sono dei controlli penso sia giusto che ognuno di noi non si debba tirare indietro». A dirlo è Claudio Durigon, deputato della Lega.

Rotondi: «Un po’ di droga gira…»

Interviene Gianfranco Rotondi. «In vita mia», afferma, «non ho mai fumato una sigaretta, figuriamoci droghe. Ma sul tema la penso come Salvini: un po’ di roba deve necessariamente girare nel Palazzo e nel Paese, sennò gli italiani non avrebbero mai scambiato la politica vera con l’avanspettacolo un programma da anni a Montecitorio».

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