Coronavirus, Niccolò torna in Italia con un arereo militare. Per il 17enne è la fine di un incubo

9 Feb 2020 20:37 - di Redazione
Coronavirus

Il soggiorno forzato del giovane Niccolò nell’epicentro del coronavirus sta per finire. Le autorità italiane hanno deciso di riportare a casa lo studente 17enne ancora bloccato a Wuhan. Il ragazzo tornerà a bordo di un aereo militare, che lo andrà a prendere in Cina entro 24 ore. La decisione arriva al termine di una riunione tra il ministro degli Esteri Di Maio, quello della Salute Speranza e il capo della Protezione Civile Borrelli, convocata anche per sbloccare questa situazione. Il giovane studente di Grado è tornato in albergo. «Sta bene» e «non è preoccupato», anche se non manca «la delusione per l’intoppo», ha riferito chi l’ha sentito dopo la mancata partenza di sabato. La febbre, rilevata ai controlli in aeroporto, gli aveva impedito di salire sull’aereo britannico insieme con 200 cittadini europei, tra cui otto italiani.

Il ragazzo di Grado sarà in patria entro 24 ore

Sempre per la stessa ragione era rimasto a terra lunedì scorso, vedendo partire i primi 56 connazionali. Due stop in pochi giorni. Abbastanza da abbattere il morale di un ragazzo, ancora minorenne. Vero che ha potuto contare sulla costante assistenza di medici e personale dell’ambasciata. Ma è pur un giovanissimo blindato in una città fantasma, schiacciata dall’epidemia di coronavirus.  L’attesa di poter tornare a riabbracciare familiari e amici e riprendere una vita normale in Italia può farsi snervante. Una situazione che ha spinto le autorità italiane a contattare i genitori per tranquillizzarli circa l’impegno a riportarlo a casa il prima possibile. Ora è ufficiale che arriverà nelle prossime 24 ore.

Starà in quarantena al Celio per i test sul coronavirus

Una volta in Italia Niccolò dovrà avere ancora un po’ di pazienza, anche se è risultato negativo al coronavirus già due volte. Infatti, come tutti i connazionali rientrati da Wuhan, lo aspetta un periodo di quarantena di due settimane. Il gruppo dei 56 si trova nella caserma della Cecchignola, gli otto rientrati con il volo britannico sono stati portati all’ospedale militare del Celio, sempre a Roma. Il ministero della Salute l’ha ritenuta la soluzione più adatta per chi è stato nella città dov’è nato il coronavirus, anche per motivi di posti. Quindi anche per il giovane friulano il Celio appare la destinazione più probabile. La fine di un incubo.

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