All’Ama è “epidemia” da coronavirus: netturbini malati o in ferie per evitare i turni nelle Chinatown

3 Feb 2020 17:50 - di Federica Parbuoni
coronavirus

La malattia non c’è. In compenso i suoi effetti collaterali si fanno sentire dove meno te li aspetti. Colpa della psicosi o, forse, di una qualche astuzia a cui la psicosi fornisce un facile alibi. Come che sia, pare che a Roma il coronavirus stia facendo una strage tutta particolare: quella dei turni Ama nelle zone a più densa popolazione cinese. I netturbini della Capitale starebbero cercando in tutti i modi di evitarle.

La psicosi da coronavirus corre in chat

A sollevare il velo su questa inattesa epidemia di assenze – o di tentate assenze – è Il Messaggero, che scrive: «I netturbini sfruttano la psicosi: “Non puliamo nelle Chinatown”». Nel pezzo, firmato da Lorenzo De Cicco, si riferisce degli allarmi sul coronavirus che circolano nelle chat, dove qualcuno rileva che “ci sono assenze per malattia e molti in ferie”. Insomma, ci si dà malati per schivare un eventuale contagio. O, “probabilmente, per schivare il turno”, scrive De Cicco, sospettando che tutto l’affaire sia solo un “espediente”. Fatto sta che nelle chat riportate dal Messaggero c’è chi scrive che “qualcuno ha timore di svolgere il servizio nella parte che dà su Via dell’Omo”, una strada del Prenestino ad alta densità cinese. Altri, riferisce ancora una chat citata dal quotidiano romano, avrebbero paura di stare allo sportello di via Capo d’Africa, snodo burocratico nevralgico a due passi dal Colosseo e dall’Esquilino.

Ama corre ai ripari, i sindacati chiedono rassicurazioni

Sul caso è intervenuto anche l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, che ha spiegato di essere “in contatto col commissario del governo per l’emergenza, Angelo Borrelli“. “Siamo pronti – ha aggiunto – a mettere in campo tutte le misure adeguate a evitare qualsiasi rischio per gli operatori. Anche le Asl – ha precisato ancora Zaghis – hanno escluso pericoli  in questa fase”. Ma a creare un certo clima ci si mettono anche i sindacati. Il Messaggero riferisce di una lettera inviata a Zaghis dal coordinatore regionale della Uiltrasporti, Alessandro Bonfigli. Nel testo si farebbe riferimento anche alle preoccupazioni di “chi è a contatto con i rifiuti all’Esquilino”, sollecitando indicazioni immediate, anche per evitare “che qualcuno cavalchi la psicosi” e chiedendo “se c’è disponibilità di presidi sanitari e mascherine nelle nostre scorte”. Che poi, ci si chiede, per chi è a contatto costante con i rifiuti la mascherina non dovrebbe essere una dotazione di default?

 

Commenti

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  • darkbaronx 3 Febbraio 2020

    Solo a Roma simili mostruosita’.
    LICENZIARE IN TRONCO !
    Esiste moltitudine di persone che ne prenderebbero il posto all’istante pur di mangiare !