Alla Pisana la Lega chiama Zingaretti: interrogazione sul razzismo inventato a Frosinone

8 Feb 2020 12:24 - di Redazione

Zingaretti non si deve illudere. La fakenews sul razzismo a Frosinone, inventata di sana pianta e rilanciata senza alcuna verifica da lui e dal presidente dell’assemblea della Pisana Buschini, non va in archivio. Ci pensa la Lega, con un’interrogazione del capogruppo al Consiglio regionale Angelo Tripodi, a rinfrescare la memoria del governatore. Ne dà notizia il sito fb 7colli.

La domanda che pone Tripodi è secca: “Quali verifiche sono state fatte dall’Ufficio Stampa delle due più alte cariche della Regione Lazio (Presidenza della Giunta e Presidenza del Consiglio) prima di diffondere una bufala gigantesca che ha messo alla berlina un’intera comunità?”.

La sassaiola inesistente

I fatti sono raccontati con precisione, a partire dalla sassaiola inesistente, che anche il Secolo d’Italia ha smontato.

In pratica si è fabbricata la notizia falsa di un’aggressione a colpi di sassi contro studenti cinesi nel capoluogo ciociaro per via del coronavirus. Nulla di più falso, come non ha mancato di far notare la Polizia di Stato che ha effettuato prontamente le indagini.

Interrogazione a Zingaretti: “Ma non verificate?”

Dice Tripodi: “Né il governatore Zingaretti né il presidente del Consiglio regionale Buschini si sono peritati di verificare la notizia fasulla e si sono lanciati contro il razzismo a Frosinone. Ovviamente, dopo la brutta figura – stigmatizzata anche dal sindaco della città Nicola Ottaviani – i due vertici regionali si sono ben guardati dallo scusarsi con i cittadini del capoluogo”.

Di qui l’interrogazione sulla bufala che ha offeso Frosinone. Perché anche se la stampa nasconde lo scandalo di dichiarazioni irresponsabili alla Regione non potevano passare sotto silenzio. E chissà quale diavoleria dialettica di inventerà Zingaretti.

Per paradosso, sarà lo stesso Buschini a dover sollecitare il presidente a rispondere. E se non lo facesse sarebbe responsabile di un abuso gigantesco: il consiglio regionale – con l’interrogazione presentata da Tripodi – ha il diritto di non voler coprire accuse gravissime.

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