Via le bancarelle da Fontana di Trevi e Pantheon. L’ultimo pasticcio della Raggi
Apprendiamo con stupore hashtag del Sindaco Virginia Raggi #SeLoDiciamoLoFacciacciamo con il quale ha postato su Facebook, la notizia della spostamento delle bancarelle degli Urtisti da Fontana di Trevi e Pantheon e della contestuale occupazione del dipartimento delle attività produttive da parte delle Associazioni di Categoria e degli operatori-dichiarano Angelo a Pavoncello Vicepresidente Nazionale di Ana (Associazione Nazionale Ambulanti) e Fabio Gigli Presidente Associazione Storica Urtisti (ASU) – stupore perché vorremmo ricordare al sindaco solo un paio di punti, nei quali si evince chi rispetta la legalità e chi invece con piglio dittatoriale compie probabili abusi di potere violando le ordinanze del TAR del LAZIO.
La nota dell’Ana (Associazione nazionale ambulanti)
“Il primo è che oggi siamo stati convocati con nota prot. QH/65768 del 30/12/2019 e quindi non abbiamo occupato il dipartimento, ma anzi abbiamo fatto notare al direttore Pelusi , che le ordinanze che ci stava presentando erano in palese violazione di ben tre ordinanze del TAR del LAZIO non ultima la 13652/2015 e Cons Stato 3680/2016, testualmente invocato anche dall’ordinanza TAR dell’8/11/19, che imponeva sia come ultima data per i piani di riordino generale il 30/11/2019 e sia l’inderogabile riapertura del tavolo tecnico del decoro, alfine di un costruttivo confronto tra gli enti istituzionali interessati e le associazioni di categoria”, continuano Gigli e Pavoncello.
“A quel punto visto il diniego di sospendere gli atti in autotutela da parte dell’amministrazione capitolina, abbiamo chiesto alle forze dell’ordine intervenute di sequestrare tutti gli atti e di inviarli alla procura della repubblica. Questo affinché dietro l’ennesima nostra denuncia si sarebbe potuto verificare l’abuso di potere che stava perpetrando il Comune di Roma nei confronti delle categorie”. Quindi a Fontana di Trevi e al Pantheon si è operato in modo illegittimo. “Perché giustamente non si può chiedere agli operatori intervenuti di rispettare la legge, se il buon esempio non lo dà per primo la stessa amministrazione comunale”.
“Il provvedimento su Fontana di Trevi e Pantheon è illegittimo”
“Infatti, appena il direttore del dipartimento ha comunicato che si sospendevano verbalmente le ordinanze del 27/12 e del 30/12, in attesa di un confronto la prossima settimana con la Giunta capitolina, abbiamo immediatamente lasciato il dipartimento. Lo abbiamo fatto la speranza che nel confronto che avremo la prossima settimana, venga accolta la richiesta di sospendere tutti gli atti. Una misura necessaria per procedere ad un percorso normativo. Così come ordinato dal Tar del Lazio”.
“Come ultima cosa – tengono a precisare Pavoncello e Gigli – non ci è stato nessuno incontro ufficiale per proporci altre alternative. Né di soste e né di licenze taxi. Forse perché in particolare per queste ultime il Sindaco sa che sta prendendo in giro gli operatori. Si dovrebbero, infatti, modificare sia la legge nazionale che regionale sui trasporti pubblici non di linea. Misura necessaria per poter convertire la licenza delle attività produttive con quella del taxi. Senza contare che oltretutto per avere il taxi gli operatori dovrebbero partecipare al bando che si svolge annualmente. Quest’anno scade il 30/06. Misura idonea per poter prendere le patenti per guidare il taxi.
Quindi, ribadiamo la disponibilità delle nostre associazioni a fare un percorso normativo legale. Così come previsto dalla legge nazionale. Il tutto per verificare congiuntamente alle associazioni la compatibilità o meno delle postazioni degli operatori-concludono Gigli e Pavoncello rispettivamente della Associazione Storica Urtisti e di ANA”.
Sono un romano che non vive a Roma da tempo. Sono costretto a recarmi saltuariamente nella mia città di nascita che è palesemente al livello di tobruk marachesch ed altre. Della sindaca è la prima volta che condivido una scelta da estendere ai fori e tutto il centro storico. Certo che questa non toglie nulla alla necessità di mandarla ‘a fare cartoni’ il prima possibile. Pino di Montemario.