Soleimani, per gli Usa dal 1945 un disastro dopo l’altro: dal Vietnam alla Baia dei Porci…
Soleimani rischia di incendiare il mondo. Il blitz americano che ha portato alla eliminazione del generale iraniano Qassem Soleimani sta mettendo in allarme le cancellerie di tutto il mondo. Il timore è che l’azione possa essere il preludio di una guerra aperta tra Stati Uniti e Iran. Al fine di inquadrare correttamente la questione, occorre esaminare le vicende belliche di cui sono stati protagonisti gli Usa dal 1945.
Dalla guerra di Corea e Soleimani
Va innanzitutto detto che la Seconda Guerra Mondiale è stato l’ultimo conflitto pienamente vinto dagli americani. Con risultati positivi per loro anche nel dopoguerra. Dopo di allora le cose sono andate molto male. Abbiamo innanzitutto, all’inizio degli anni Cinquanta, la guerra di Corea. Il dittatore comunista Kim Il Sung, spalleggiato da Urss e Cina, invade la Corea del Sud. Gli Usa alla guida di una coalizione internazionale sotto l’egida Onu riescono a respingere il nemico fino al fiume Yalu. Ma il massiccio intervento cinese ribalta la situazione sul campo. Alla fine la guerra si conclude con un sanguinoso “pareggio” ristabilendo il confine prebellico al 38° Parallelo. Le forze armate Usa, che poco prima avevano sbaragliato il Terzo Reich e l’Impero del Sol levante, non furono in grado di avere ragione di Nord Corea e volontari cinesi.
Vietnam, un disastro umiliante
Poi ci fu il Vietnam. Un disastro totale e umiliante. Nonostante la totale superiorità aerea e logistica, nonostante bombardamenti di intensità devastante sul Nord Vietnam, nonostante l’nvio di centinaia di migliaia di uomini gli americani furono sconfitti. E proprio dall’arcaico esercito del Nord Vietnam e dai Viet Cong che non avevano copertura aerea , supporto di artiglieria e avevano una logistica che usava le biciclette e le schiene umane per funzionare. Nello stesso periodo abbiamo il disastro della Baia dei Porci. Una invasione di Cuba organizzata dalla Cia venne rapidamente respinta dai Barbudos cubani guidati da Castro che fecero fare una figura meschina agli Stati Uniti suscitando le ire del presidente John Kennedy che aveva autorizzato l’operazione.
Abbiamo poi in epoca carteriana il disastro della spedizione in Iran per liberare gli ostaggi dell’ambasciata americana. Anche questa una umiliazione totale che costò la rielezione a Carter. In epoca reaganiana abbiamo la operazione Urgent Fury per il salvataggio degli studenti americani a Grenada. Alla fine l’operazione ebbe successo ma rivelò preoccupanti falle nella intelligence americana che avevano totalmente sottovalutata la presenza Ccubana nell’isola.
L’11 settembre colese gli Usa di sorpresa
Nel 2001 abbiamo l’attacco alle Torri Gemelle che colse totalmente impreparate le pur ricche e potenti agenzie di intelligence americane causando più morti dell’attacco giapponese a Pearl Harbour. Osama Bin Laden riuscì a realizzare dalla sua grotta una operazione terroristica di dimensioni mai viste senza che Cia , Fbi, la National Securiyy Agency ne avessero minimanente sentore. E nonostante le immense somme spese nella sorveglianza satellitare e nella intercettazione del traffico telefonico mondiale. Anche questa una débacle umiliante e con poche scusanti. Abbiamo poi la seconda guerra del Golfo, vinta militarmente ma persa clamorosamente nel dopo guerra che ha lasciato dietro di sè un Paese destabilizzato, smembrato e distrutto. Paese che è servito da terreno di coltura per il califfato e per le maggiori organizzazione terroristiche di matrice islamica e che è costato agli Usa perdite enormi sia in termini umani che finanziari.
In Afghanistan talebani sempre più forti
Infine abbiamo la guerra in Afganistan che va oramai avanti da ben diciotto anni. Nonostante Usa e Nato abbiano schierato forze enormi sul campo dotate dei più moderni e avanzati sistemi d’arma disponibili non si riesce ancora ad avere ragione di poche migliaia di talebani. I quali, va detto, non dispongono di aviazione, né di artiglieria né di supporto logistico e sanitario. Talebani che, negli ultimi mesi, stanno riconquistando vaste fette di territorio costringendo le forze governative ed occidentali a restare chiuse nei centri abitati e nelle basi fortificate.
L’Iran è unapotenza regionale importante
Visti questi poco edificanti precedenti viene da chiedersi se sia credibile che gli Usa vogliano veramente iniziare una guerra contro una potenza regionale come l’Iran, che dispone di potenti forze armate con un milione di uomini e di una popolazione di circa 82 milioni di anime. Inoltre può contare sul fanatico appoggio di milioni di Sciiti in tutto il mondo. Vale la pena ricordare che Saddam Hussein, negli anni Ottanta, cercò di invadere l’Iran ma che , nonostante l’aiuto americano e delle monarchie del Golfo, alla fine dovette rinunciare. Proprio a causa della inflessibile e tenace resistenza Iraniana perdendo decine di migliaia di uomini e disastrando l’economia e le finanze della nazione.
Dopo Soleimani si teme la reazione iraniana
Una campagna militare contro l’Iran sarebbe militarmente complicatissima e problematica e avrebbe costi umani e finanziari intollerabili per Trump. Specie in un anno elettorale come questo. Quindi è prevedibile che una guerra vera e propria non ci sarà anche se con Trump le previsioni sono sempre aleatorie. E questo è molto positivo per noi europei. Un Iran distrutto, impoverito e destabilizzato da una guerra potrebbe dare il via a una crisi migratoria di dimensioni bibliche. Va sottolineato l’entusiasmo acritico, puerile ed un po’ servile con cui alcuni politici hanno accolto l’uccisione di Soleimani. Ancora una volta si mette in luce la scarsa capacità di certi politici di inquadrare gli eventi e di valutarne le ricadute a media e lunga scadenza.
La destabilizzazione del Medio Oriente non conviene all’Europa che dovrebbe adottare ogni misura necessaria per evitarla. A dimostrazione che i suoi interessi non sempre coincidono più con quelli di una presidenza americana che fa dell’America First il suo comamdamento.
anche se interessante, l’articolo suddetto riporta alcune inesattezze.
COREA: gli americani avevano respinto i nord-coreani fino al fiume Yalu, confine con la Cina. I cinesi ne approfittarono per effettuare numerose incursioni nei campi trincerati americani e il focoso generale McArthur propose di usare bombe atomiche sui cinesi. Ma la proposta fece tremare Truman che paventava un nuovo conflitto mondiale con la Cina e la Russia e venne destituito, portando la guerra di corea ad un nulla di fatto.
VIETNAM: fu davvero l’unico sbaglio americano, ma i nord-vietnamiti avevano dalla loro la conoscenza della giungla indocinese, del tutto impenetrabile e sconosciuta ai giovani 20enni americani: mentre i vietcong si nascondevano sotto-terra i ragazzi americani dovevano affrontare nemici che sbucavano dal nulla, nonostante la loro totale superiorità.
IRAQ: non dobbiamo dimenticarci il trionfo americano del 1991 che servì a riscattare il Vietnam e a riportare un certo orgoglio fra gli americani.
11 SETTEMBRE: era qualcosa del tutto imprevedibile, inimmaginabile quel che avrebbero fatto gli uomini di Bin Laden. Ben peggio fu l’atteggiamento della UE in Nordafrica dove all’inizio del 2011 ci fu la “pimavera araba” che sconvolse tutto l’assetto del nordafrica e del medio oriente, portando all’invasione che vediamo oggi.
Per finire l’IRAN è da tempo nelle mire della NATO: con lo Sciè di Persia il paese si stava trasformando in una nazione occidentale e libera in ogni campo anche se musulmana. Con gli ayatollah sono piombati di nuovo nel medio<evo con migliaia di fanatici e dove ogni anno vengono impiccati migliaia di persone e lapidate a morte migliaia di donne.
Ecco, questo è il mondo di oggi.
Cremonini,
a quanto da lei giustamente elencato aggiungo la strategia colonialista portata avanti nel continente latino-americano e il centro America, nonché le scelte strategiche scellerate di appoggiare sempre la fazioni sbagliate. Per non parlare degli strateghi dei vari servizi di Intelligence davvero imbarazzanti.
Ma non posso addossare tutte tali colpe ai soli USA perché l’Europa, di cui l’Italia sarebbe dovuta essere il cuore pulsante per la propria Cultura Universale, è stata ancora peggiore mettendo le teste sotto la sabbia pur di avere chi un piccolo favore pauperistico e chi un altro dello stesso valore.
Un Europa creata da Capi di Stato, nessuno escluso a partire dagli anni ’70 del 1900, che più che Capi di Stato sono stati “quelli scappati di casa” in quanto hanno sempre rinunciato a creare una vera Europa che avrebbe dovuto essere per il motivo di cui in precedenza il vero faro mentre continua ad essere in mano a una banda di incapaci totali di avere una visione. In più nel nostro Paese abbiamo avuto per disgrazia il più grande Partito Comunista cooptato nei vari Governi dall’altro partito fideista ossia la DC al cui interno hanno prevalso ominicchi da mezzo centesimo bucato e falso.
Per non parlare di una politica estera dominata da tutti i venti che venivano da fuori.
E ora ci ritroviamo gente priva di qualsivoglia pensiero se non mere scemenze partorite da gentaglia indegna di essere titolare della nostra cittadinanza.
Siamo davvero in una condizione aberrante.