Primi exit poll, in Emilia Romagna si profila il testa a testa fra Bonaccini e Lucia Borgonzoni
Testa a testa fra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni (nella foto al seggio) per la conquista della presidenza della regione Emilia Romagna.
Nei primo exit poll diffusi stasera dalle televisioni, la candidata del centrodestra era leggermente sotto il governatore uscente Bonaccini, sia pure di poco. Il che fa tremare soprattutto la sinistra in una regione rossa da sempre.
La Borgonzoni parte in vantaggio negli exit poll
E’ evidente che per cantare vittoria da parte di ciascuno dei contendenti occorrerà aspettare i risultati finali dal Viminale. Nel frattempo tutte le televisioni cominciano a sfornare dati di tutti i generi. Prima l’intero campione per gli exit poll, poi le proiezioni, infine gli scrutini, che si possono seguire in diretta anche dal sito del ministero degli interni.
C’è comunque diffuso ottimismo anche per le regionali dell’Emilia Romagna. L’alta affluenza che si riscontra – era quasi il 60 per cento alle 19 – stanno a rappresentare che sempre più gli elettori in tutta Italia considerano importante votare, dopo la delusione determinata dal governo Cinquestelle ad alleati alterni.
Sovvertite le previsioni di inizio campagna elettorale
In Emilia Romagna c’erano tutte le condizioni – per la forza del locale apparato di sinistra – per il trionfo di Bonaccini. Ma le previsioni di inizio campagna elettorale sembrano sovvertite dal risultato che si profila. Il governatore uscente non a caso ha puntato negli ultimi giorni tutte le sue carte sul voto disgiunto per tentare di strappare consensi almeno dai pentastellati, in caduti libera. Ma quello che resta il candidato della coalizione delle tasse e delle poltrone non può certo affascinare chi è stanco delle vessazioni contro i cittadini italiani.
Vedremo come finirà con lo scrutinio dei voti reali. Certo è che la sinistra è arrivata in grave difficoltà a questa prova elettorale, anche per essere andata al governo senza passare per il corpo elettorale. I cittadini cominciano ad essere stanchi di una democrazia che prescinde dal loro orientamento e non perdono occasione per sovvertire la situazione politica.