Prescrizione, la denuncia dei penalisti: «Il ministero della Giustizia ci ha negato i dati»
Il vertice di maggioranza sulla prescrizione è fissato per le 17. L’ora delle corride. Il copione delle polemiche della vigilia assegna a Renzi la parte del toro e a Conte quella del torero. Ma tutto lascia pensare che il primo non incornerà e che il secondo non sarà un vero matador. L’aria, insomma, è quella di una combine finalizzata ad occupare quanti più spazi possibili su un tema su cui il centrodestra è particolarmente attrezzato. Tanto più che a dargli manforte è scesa tutta l’avvocatura italiana.
Dura presa di posizione dell’Ucpi contro Bonafede
È di queste stesse ore, infatti, la dura presa di posizione dell’Ucpi, l’Unione delle camere penali contro il guardasigilli Bonafede. I penalisti sono stati costretti a presentare formale richiesta di accesso agli atti dopo che il ministero della Giustizia si è rimangiato l’impegno, si legge in una nota, «a fornire i dati sul numero dei provvedimenti che hanno dichiarato l’estinzione dei reati per intervenuta prescrizione con indicazione e suddivisione per titolo di reato». La denuncia dell’Upci è netta: il ministero «non ha consultato i dati sulla prescrizione prima di proporre la controriforma della prescrizione».
Conte: «Al vertice inseriremo la prescrizione nella legge-delega»
Chi invece ostenta sicurezza è proprio Conte. Parlando a Firenze, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’università, il premier ha scoperto le carte del governo. “Voi scrivete di prescrizione – ha detto ai giornalisti – ma oggi con la maggioranza ci riuniamo sulla legge delega per la riforma del processo penale. È una riforma più complessiva e articolata, ci sarà anche una norma sulla prescrizione. Confido che si possa trovare finalmente la piena condivisione». In pratica, si torna alla decisione del governo giallo-verde. Allora fu Salvini a voler agganciare l’abolizione della prescrizione alla riforma del processo penale. Abbiamo visto com’è finita: dal 1° gennaio la prescrizione non c’è più mentre la riforma del processo non c’è ancora. Ora la maggioranza giallo-rossa ritenta il gioco delle tre carte. L’occasione per Renzi di dimostrare di non essere un toro di cartapesta.