L’Iran passa all’attacco: “Gli europei smettano di agire come filiali degli Stati Uniti”. Il Canada con Teheran

14 Gen 2020 18:55 - di Domenico Bruni
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L’Iran ha minacciato di dare una risposta “appropriata e seria” in caso di azioni “distruttive” degli europei sul programma nucleare. Lo ha riferito in una nota il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Abbas Mousavi. Dopo che Francia, Germania e Regno Unito hanno annunciato l’attivazione dei meccanismi previsti dal trattato in caso di violazioni dell’accordo nucleare del 2015. Quella di Parigi, Berlino e Londra è una misura “passiva”, ha spiegato Mousavi. Mousavi poi ha avvertito che nel caso in cui i Paesi europei dovessero continuare ad agire come “filiali” degli Stati Uniti e non si stabilissero le condizioni affinché l’Iran possa trarre vantaggio dall’accordo sul nucleare, dovranno essere pronti a pagare le “conseguenze”. “La Repubblica islamica, come in passato, è pronta a preservare l’accordo nucleare e sosterrà i relativi sforzi compiuti da altri partner”, ha aggiunto il portavoce.

Non si placano le proteste nelle città dell’Iran

Intanto non si placano le proteste nel Paese. Le autorità iraniane hanno arrestato una trentina di manifestanti scesi in strada dopo l’ammissione delle forze armate di Teheran di aver abbattuto il Boeing 737 ucraino. Lo ha detto il portavoce della magistratura iraniana, Gholamhossein Esmaili. ”Circa trenta persone arrestate per aver preso parte a manifestazioni illegali. Noi tolleriamo le manifestazioni legali”, ha affermato. Inoltre un gruppo di manifestanti si sarebbe raccolto di nuovo oggi in piazza Azadi, nel cuore di Teheran, lanciando gli slogan “Morte al dittatore” e “Non vogliamo il regime dei Guardiani della Rivoluzione”.

Lo riferisce Taher Djafarizad, dissidente iraniano. Secondo lui la tensione con la polizia in assetto antisommossa è stata altissima. In queste ore resta molto forte la presenza delle forze di polizia in tutto il centro della capitale, probabilmente in funzione preventiva. Secondo alcuni filmati che circolano online, gli agenti avrebbero sparato gas lacrimogeni e due ragazze a Teheran sarebbe rimaste ferite da colpi di arma da fuoco.

Djafariza sottolinea che un “importante raduno” si è svolto anche davanti all’Università Beheshit nella capitale durante il quale gli studenti hanno intonato slogan contro il governo. “Il nemico non è l’America, il nemico è qua”, si sente scandire in alcuni video diffusi sui social. Altre manifestazioni sono avvenute all’Università di Damghan, nel nord dell’Iran e all’Università di Isfahan, nel centro del Paese. Intanto l’opposizione ha annunciato per domani e giovedì altre manifestazioni in tutto il Paese.

Teheran vuole cacciare l’ambasciatore inglese

La magistratura iraniana ritiene l’ambasciatore britannico a Teheran Rob Macaire ”persona non grata” e per questo ha chiesto che venga espulso dal Paese. Lo ha dichiarato il portavoce della magistratura di Teheran, Gholamhossein Esmaili, affermando che il diplomatico ha svolto un ”ruolo provocatorio” nelle recenti proteste in Iran. ”Per noi è inaccettabile vedere un ambasciatore britannico che esce dall’ambasciata e partecipa a una manifestazione illegale, la filma e svolge un ruolo provocatorio, promuovendola”, ha detto Esmaili incontrando i giornalisti. ”In base alla aspettative del popolo e alle regole internazionali, è necessaria la sua espulsione”, ha aggiunto. La decisione finale sarà del ministero degli Esteri di Teheran, ha precisato Esmaili, ma ”per quanto ci riguarda è una persona non grata” e l’Iran ”può espellerlo”.

Le autorità iraniane avevano fermato Macaire domenica con l’accusa di aver incitato le proteste all’Università Amir Kabir di Teheran, dove gli studenti hanno manifestato contro l’abbattimento dell’aereo ucraino. L’Iran rispetta le convenzioni internazionali, ha detto Esmaili citato dall’Irna, “ma questo non può essere unilaterale. L’articolo 41 della Convenzione di Vienna richiede a tutte le persone che godono dell’immunità diplomatica e dei vantaggi rispettino la legge e le regole del Paese ospitante ed evitino interventi nei suoi affari interni”. Esmaili ha definito Gran Bretagna e Stati Uniti ”assetati di sangue”.

Il Canada spezza una lancia per l’Iran

Ma il Canada spezza una lancia in favore dell’Iran. Se non ci fossero state le tensioni nella regione, le 176 vittime dell’aereo abbattuto fuori Teheran sarebbero vive. A dichiararlo è stato il premier canadese Justin Trudeau. “Credo che se non ci fossero state tensioni, se non ci fosse stata una escalation di recente nella regione, quei canadesi sarebbero a casa proprio adesso, con le loro famiglie”, ha dichiarato parlando del velivolo abbattuto per errore da un’unità di difesa aerea iraniana fuori Teheran. Nell’intervista, Trudeau aggiunge quindi che il Canada non sapeva in anticipo del raid contro il generale Soleimani e che “ovviamente” avrebbe preferito esserlo.

“Gli Stati Uniti decidono da soli. Cerchiamo di lavorare come comunità internazionale sulle questioni più importanti. Ma a volte i Paesi intraprendono azioni senza informare i loro alleati”, ha lamentato. Trudeau ha quindi assicurato che il governo sta lavorando con la massima velocità possibile per riportare a casa i corpi per le sepolture Ma malgrado questo l’intero procedimento potrebbe richiedere settimane “o forse mesi”. Intanto una delegazione di funzionari canadesi ha raggiunto alle prime ore di oggi Teheran per prendere parte alle indagini sulle cause del disastro aereo.

 

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