Libia, fragile tregua a Berlino. Conte spettatore, ma “offre” i soldati italiani all’Onu
I Paesi partecipanti alla conferenza di Berlino sulla Libia hanno approvato la dichiarazione finale “senza modifiche sostanziali” alla bozza che era stata messa a punto. Conte si sofferma nomina dei membri del comitato ‘5+5’ incaricato di monitorare il cessate il fuoco. E su Twitter dà il trionfale annuncio: «Finalmente sono stati nominati i componenti del Comitato militare congiunto per la Libia. Avanti così».
Del resto sulla Libia il governo giallo-rosso continua a sostenere una posizione di mediazione. Come ribadito dal premier alla conferenza di Berlino: «Noi confidiamo che possa derivare un nuovo impulso anche per il rilancio degli organi politici e istituzionali, in particolar modo il Consiglio presidenziale e il governo. In modo che questi organi rafforzati ed efficacemente funzionanti possano governare questa transizione ad avviare la Libia verso la stabilizzazione definitiva».
Intanto però Serraj, proprio in queste ore, ha aspramente criticato la posizione attendista dell’Europa (e dell’Italia). Mentre, alla faccia dell’accordo, la guerriglia non cessa. La produzione del più grande campo petrolifero libico, quello di Sharara, nel sud del Paese, è stata fermata dopo che un gruppo armato fedele al generale Khalifa Haftar ha chiuso una valvola nell’oleodotto che porta greggio dal campo alla raffineria di Zawiya”: lo riferisce un tweet del sito Libya Observer.
Libia, l’Italia punta su diplomazia e monitoraggio
L’Italia, ha spiegato quindi il premier, «è disposta a dare il suo contributo» ad un’eventuale forza di interposizione. Di monitoraggio che dovesse essere concordata per la Libia. Secondo Conte «è assolutamente importante dare un contributo a compiere tutte quelle attività che porteranno ad una stabilizzazione pacifica. Completiamo la conferenza, auguriamoci che il risultato sia quello per cui abbiamo lavorato – ha premesso Conte – e poi sicuramente si porrà il problema di una forza che possa assicurare le operazioni di pace, il monitoraggio. Abbiamo avuto anche uno scambio con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. L’importante è lavorare per questa soluzione, per questo scenario». Uno scenario ancora alquanto indefinito.
Conte passa la palla a Merkel e Pompeo
Il premier italiano replica quindi alle affermazioni del premier libico Fayez Serraj che stamane ha criticato l’Ue: «L’Europa – ha risposto Conte – non è arrivata tardi. L’Italia, e noi facciamo sempre parte dell’Europa, c’è sempre stata». Rispondendo alla domanda se l’Italia chiederà un passo indietro a Serraj, il premier replica: «Non chiediamo a nessuno degli attori di fare un passo indietro. Ma chiediamo decisi passi avanti verso la stabilizzazione». Poi, passando la palla agli usa e al segretario di Stato americano Mike Pompeo: «Ribadirò la profonda convinzione italiana che gli Stati Uniti devono essere protagonisti di questo processo. Insieme a tutta la comunità internazionale».
Soldi ( nostri ) di albergo e ristorante “buttati” per i due fantocci a Berlino !
Pulci inascoltati e non considerati nella stoppa !
A sentire Conte invece abbiamo risolto tutto con la politica…………….da Visita Sanitaria Obbligatoria, la realtà è ben diversa e siamo corsi da zio Trump per recuperare dagli USA i 300 mila barili di petrolio che resteranno bloccati in Libia.