Il primo iPhone compie 13 anni. Ecco come ha rivoluzionato comunicazione e creatività
Era il 9 gennaio 2007 quando, davanti alla platea della MacWorld Conference a San Francisco, Steve Jobs presentava al mondo la sua “creatura”. Il primo iPhone della storia. Che avrebbe reinventato e rivoluzionato il concetto di telefono.
L’iPhone compie 13 anni, una rivoluzione
L’iPhone, a distanza di 13 anni, ha completamente trasformato il nostro modo di comunicare. Di interagire, di vivere. Ormai i giovanissimi «trascorrono più tempo sui social che alla ricerca di notizie e informazioni. «Ciò è dovuto alla seduzione esercitata sul sistema nervoso da un sistema che procede per immagini, più che per concetti». Parola di Piero Barbanti. docente di Neurologia.
Gli effetti critici della bolla digitale
Secondo una recente ricerca della Statale di Milano, l’abuso di Internet riduce le capacità di apprendimento degli universitari. A causa della tecnodipendenza gli studenti risultano meno motivati e più ansiosi. «Con un effetto aggravato dal senso di solitudine prodotto dall’isolamento in una “bolla digitale”. «La Rete – spiega Barbanti – sta diventando un fine e non più uno strumento. Nei social pullulano video e foto in continua evoluzione. Che appagano la nostra parte più istintiva, ma riducono la nostra capacità immaginativa e creativa. Quella capacità che da piccoli ci fa stare ipnotizzati di fronte al racconto di una favola».
La tecnodipendenza provoca il senso di solitudine
La dipendenza dal web sarebbe inoltre associata a “un senso di solitudine”. Le amicizie, le rotture, i like, le critiche si alternano in maniera cangiante. E sono frutto di impulso più che di ragionamento. Insomma, la tecnodipendenza penalizza il cervello razionale, lento per definizione. Perché il giudizio critico richiede la metabolizzazione dei fatti. E favorisce la porzione istintiva del nostro sistema nervoso, più veloce, ma meno evoluta,
«Ovvio che non possiamo condannare o stigmatizzare l’uso di Internet. «Ma ricordiamo, parafrasando Shakespeare, che la tecnologia non è buona o cattiva. Ma è il suo uso o abuso che la rende tale». Lo stesso Jobs ripeteva che la risorsa più preziosa che abbiamo è il tempo. Non certo quello virtuale.