Football-Brexit: ora il calcio britannico si divide. F.A. a favore, Premier contraria

31 Gen 2020 13:14 - di Domenico Labra
Football-Brexit

Football-Brexit. Anche il calcio britannico alle prese con le conseguenze dall’addio del Regno Unito all’Unione europea. Non si sa ancora quali, ma è certo che ci saranno. Intanto si apre una frattura fra la FA (Football Association) e la Premier league. La Football Association propone di modificare subito gli attuali parametri. Non più nella rosa della squadra, composta da 25 calciatori, 17 stranieri e 8 britannici. La richiesta della federazione è di abbassare a 13 la quota stranieri e elevare a 12 gli autoctoni. La FA, in sostanza, considera la Brexit «un’ opportunità». Perchè, spega, lo «sviluppo dei nostri talenti» spesso viene bloccata da «giocatori stranieri mediocri». Football-Brexit, quindi. Con tutta una serie di osservazioni contenute in un rapporto titolato «Access to Talent Discussion Desk». Contro le tesi della FA insorge però la Premier. I rappresentanti della massima serie inglese non ci stanno. E sono pronti ad affidarsi a una consulenza legale per far prevalere le proprie ragioni. Una opposizione che viene infatti motivata da ragioni pratiche. Qualitative ed economiche, anzitutto. Intanto, rilevano, «le misure proposte dalla FA ridurranno la qualità della Premier». E soprattutto, se attuate, svaluteranno «il valore economico globale del prodotto». Come dire, attenzione: rischiamo di non essere più i primi al mondo, i più seguiti. Con conseguente riduzione di introiti ed ingaggi a vantaggio delle federazioni del Continente.

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