Emilia, rissa su Bonaccini. Zingaretti sfascia la maggioranza, l’ira di M5S e renziani

11 Gen 2020 15:26 - di Marta Lima

Vinciamo in Emilia Romagna, e poi cambio tutto. Sciolgo il Pd e lancio il nuovo partito”. L’ottimismo di Nicola Zingaretti, nell’intervista a ‘Repubblica’, è del tutto ingiustificato, ma comunque segna una svolta.

Il segretario Dem ha spiegato i suoi progetti futuri, che passano  per il cambio di nome del Pd: ”Convoco il congresso con una proposta politica e organizzativa di radicale innovazione e apertura. Non penso a un nuovo partito, ma a un partito nuovo, un partito che fa contare le persone ed è organizzato in ogni angolo del Paese…”. Al di là dei buoni propositi, del tutto irrilevanti ai fini politici, la vera “bomba” Zingaretti la lancia sull’Emilia. Con una frase velenosissima.”Il Pd sta facendo la campagna elettorale per Bonaccini in splendida solitudine”, ovvero senza l’appoggio di Italia Viva e M5s. Apriti cielo. Accuse che suonano pesantissime soprattutto per i renziani, visto che i grillini, comunque, in qualche modo devono fingere di ascoltare il responso della piattaforma Rosseau.

La replica dei renziani a Zingaretti

”Chissà a quale raffinata strategia risponde polemizzare con gli alleati di Stefano Bonaccini da parte del
segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, il quale sostiene che il suo partito starebbe facendo campagna ‘in splendida solitudine’. Conosce poco la realtà emiliano-romagnola e forse non sa che ci sono migliaia di persone (molte non del Pd) che ogni giorno organizzano volantinaggi, banchetti, iniziative, incontri, raccolte fondi e molto altro”.  Parole pesantissime, quelli di Marco Di Maio, deputato emiliano-romagnolo di Italia Viva. Che prosegue così. ”Noi di Italia Viva siamo in prima linea, impegnati con la lista Bonaccini Presidente, e lo sappiamo bene. Anzi, vogliamo cogliere l’occasione di questa inutile polemica per ringraziarli tutti, a prescindere dal partito che voteranno. Sul territorio siamo uniti da un obiettivo comune – sottolinea- vincere il 26 gennaio con Stefano Bonaccini. Se qualcuno a Roma vuol dare una mano ma non sapendo come fare sceglie di polemizzare con chi gli alleati di Bonaccini, allora la strategia del silenzio è il miglior contributo”, conclude.

E i grillini? Per il momento tacciono. Come ha traciuto Zingaretti sul quel dettaglio non irrilevante, che riguarda proprio il Pd. Il cui simbolo non appare in nessuno dei manifesti o delle iniziative di Bonaccini…

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