Chiunque può fingersi carabiniere e ingannare i cittadini. Divise e contrassegni in vendita online

26 Gen 2020 20:22 - di Elena Ricci

Chiunque per un giorno, per qualche ora o con fini reconditi magari nei confronti di gente anziana, può fingersi carabiniere. Per fare ciò occorre una carta di credito e una connessione internet per acquistare su siti e-commerce divisa completa, polo, basco, mostrine e fregio.

È quanto ha denunciato un uomo questo pomeriggio in piazza Duomo a Milano, vestito da carabiniere e con un megafono.

La denuncia in un video su Fb

L’uomo, il cui video è stato diffuso dalla pagina Facebook “Puntato”, denuncia – carte alla mano – di aver acquistato tuta operativa e basco, fregi e mostrine su siti internet.

«Chiunque può vestirsi da Carabiniere e fare qualsiasi cosa» ha urlato l’uomo in piazza, fermato subito dopo dai militari (quelli veri).

Abbiamo verificato cercando su piattaforme di acquisti online ed effettivamente è vero. Alcuni negozi online di articoli militari vendono tute simili a quelle in uso all’Arma dei Carabinieri. Uno in particolare vende un articolo decisamente identico a quello di ordinanza, facilmente acquistabile online alla cifra di 59 euro. Ma non è la tuta il problema, in quanto pur essendo identica e con gli stessi colori d’istituto, non è dotata di contrassegni identificativi.

Ed è qui il bello! Perché così come è facile acquistare la tuta, è altrettanto facile acquistare online fregi, patch con la scritta “Carabinieri” e mostrine in disuso (ma il cittadino non lo sa). In questo modo chiunque può fingersi appartenente all’Arma dei Carabinieri.

Cosa dice il TU di pubblica sicurezza

Secondo l’articolo 28 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza, devono ritenersi “contrassegni di identificazione” sia gli accessori alle uniformi (fregi in questo caso e gli altri segni distintivi aventi la stessa funzione, come le patch) sia gli oggetti idonei a identificare i pubblici ufficiali quando non vestono l’uniforme, come ad esempio le placche metalliche di riconoscimento contenute nei portafogli. Per quanto riguarda la vendita, invece, l’acquirente deve essere identificato previa annotazione degli estremi del tesserino del corpo di appartenenza o, se collezionista, deve essere in possesso di licenza prefettizia.

Tutto ciò è ribadito anche nella circolare diramata dal Ministero dell’Interno in data 7 marzo 2006, relativa alle modificazioni al decreto legge 144/2005, con riferimento alla nuova disciplina dei segni distintivi delle Forze dell’Ordine.

Probabilmente gli alamari e il fregio acquistati dal tizio non sono più in uso, questo però non evita di trarre in inganno il cittadino che non ne conosce la differenza, essendo questi uguali nelle caratteristiche e comunque idonei ad ingannare il pubblico.

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