Varchi (Fdi) denuncia il silenzio di Bonafede e dei Cinquestelle sul caso della deputata Occhionero

7 Dic 2019 18:09 - di Redazione

“I fatti che riguardano la deputata di Italia viva Giuseppina Occhionero, al di la’ delle responsabilita’ penali che saranno accertate in giudizio, pongono alla nostra attenzione una questione di condotta politica da accertare. Proprio per questo avevo chiesto che il capo del Dap, Francesco Basentini, venisse a riferire immediatamente in commissione Giustizia sulle modalita’ di accesso nelle strutture carcerarie di Nicosia e della Occhionero”. Lo afferma la capogruppo FdI in commissione Giustizia, Carolina Varchi (nella foto).

Bonafede intende stare zitto ancora per molto sulla Occhionero?

“Riterrei, infatti, gravissimo – riprende – l’eventuale ricorso alle prerogative parlamentari per agevolare condotte che, ad avviso degli inquirenti, presentano profili di illiceita'”. “Sorprende anche il silenzio del ministro Bonafede e degli esponenti M5s. Di solito sono cosi’ solerti nel commentare le vicende giudiziarie, che stranamente scelgono di tacere quando un parlamentare che sostiene la loro maggioranza resta coinvolto”, conclude Varchi.

I silenzi di Renzi e di Roberto Fico

Si respirano anche altri inquietanti silenzi, a partire da quello che perdura – come il Secolo ha già segnalato – del capo politico che la Occhionero si è recentemente scelta, ovvero Matteo Renzi. Da lui e dai suoi né una parola a difesa, né una a prendere le distanze. Come a dire che si tratta di una vicenda talmente delicata che non vuole prendere posizione. Ma Renzi non può stare zitto a lungo.

Così come tacciono altri importanti protagonisti politici, che pure dovrebbe invece dire quello che pensano. Ma evidentemente preferiscono pensare a quello che dicono e quindi delle vicende sui rapporti tra mafia e politica preferiscono tacere. Non si spiega altrimenti la bocca chiusa dello stesso presidente della Camera, Roberto Fico. Egli ha finora eluso di chiarire se è vero quello che ha detto la Occhionero ai magistrati. I controlli sui precedenti penali del suo assistente, Alessandro Nicosia, condannato per droga a dieci anni, li doveva fare la deputata che lo ha assunto a cinquanta euro al mese o la Camera dei Deputati?

Ma anche lui sta zitto. Il Secolo no.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *