Tutti i ministri che rischiano la poltrona: in pole la Bellanova. E gennaio sarà un mese rovente

27 Dic 2019 18:45 - di Redazione

Tutti i ministri che rischiano la poltrona. Li elenca Libero.it osservando che sono diverse le poltrone traballanti. A cominciare da quella di Teresa Bellanova. 

Il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova è stata al centro di una dura polemica innescata da Barbara Lezzi. L’ex ministra grillina l’ha accusata per aver “distratto dagli agricoltori 40 milioni di euro”. Per destinarli al Distretto agroalimentare di qualità Jonico Salentino e al Gruppo d’azione locale di cui è presidente Cosimo Durante, segretario della stessa Bellanova.

Altro nome in bilico sarebbe quello della ministra per l’Innovazione Paola Pisano. La ministra ha irritato il M5S attaccando con veemenza il conflitto di interessi della Casaleggio associati. Pd e Italia Viva – come sottolinea Il Giornale – hanno dovuto chiedere pubblicamente “spiegazioni” per prendere le distanze dagli intrecci tra M5e e Davide Casaleggio. Una situazione che potrebbe sfociare in fretta e rendere la poltrona della Pisano un ministero di cui la maggioranza può fare a meno.

Ministri a rischio, tutte le poltrone che ballano

Altra poltrona traballante sarebbe quella dell’ex generale Sergio Costa, nonché ministro dell’Ambiente, anche lui M5s. “Costa potrebbe essere il candidato perfetto della coalizione Pd-pentastellati per le regionali in Campania. A patto che i dem garantiscono il loro appoggio, se no si tiene volentieri il suo posto”.

Come se non bastassero i sussulti delle poltrone ministeriali, ad attendere alla prova il governo ci sarà un gennaio pieno di insidie. Come ricorda Agi.it sono diversi gli appuntamenti che tolgono il sonno a Conte.  

Gennaio mese rovente per il governo

Già subito dopo l’Epifania “maggioranza e governo dovranno affrontare il nodo della prescrizione. Salvo cambi di programma, infatti, e’ stato fissato per il 7 gennaio un nuovo vertice sulla riforma della prescrizione, che a quel punto sarà già entrata in vigore da sei giorni. Non a caso i renziani, contrari allo stop della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione o condanna, come prevede la norma Bonafede, hanno già definito “inutile” vedersi dopo l’avvio del 2020, lasciando intendere che, qualora non sopraggiungano novità prima del 31 dicembre, potrebbero disertare il vertice. Ma anche il Pd, pur con toni meno barricaderi, non resterà alla finestra: i dem hanno annunciato una loro proposta di legge da presentare a breve in parlamento, chiedendo anche loro che il vertice venga anticipato, altrimenti faranno partire l’iter del provvedimento in commissione”.

Pochi giorni dopo, precisamente il 12 gennaio, scadrà il termine dei tre mesi per presentare la richiesta di referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Tre giorni dopo, il 15 gennaio, è atteso il responso della Consulta sul referendum leghista che mira a ripristinare il sistema maggioritario, eliminando dal Rosatellum la quota proporzionale.

Il voto sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania, dovrebbe infine svolgersi attorno al 20 gennaio.

Decisive, infine, le elezioni in Emilia Romagna e Calabria, vero spartiacque per valutare la tenuta del governo.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *