Salvini avrebbe fatto meglio a dar retta alla Meloni e a non fidarsi di quel monnezza di Di Maio

19 Dic 2019 12:35 - di Francesco Storace

Vietato sbagliare, caro Salvini, soprattutto se si sbaglia mira. Fidarsi un po’ di più di Giorgia Meloni e molto di meno di Di Maio sarebbe stato molto più salutare. E lo sarebbe ancora.

Di Maio si è comportato da autentico monnezza, da mezz’omm. Improvvisamente, lo statista pentastellato scopre la virtù della legge e gioca a fare il persecutore con il capo della Lega. Un’infamia autentica, persino piombata dal web.

Meloni aveva avvisato Salvini su Di Maio

A Matteo Giorgia lo aveva detto, in pubblico e in privato, come fa sempre. Di Maio è inaffidabile, ma Salvini si è fidato. Persino dopo la caduta del primo governo Conte, quando voleva poi affidargli la premiership. E anche recentemente. Ma il capo sopportato dei grillini adesso lo vuole in galera. Anzi, forse no. Salvini, al contrario di quando accadde con la Diciotti, dovrà andare a giudizio per sequestro di persona. Pare incredibile, ma in Italia succedono queste cose. A Di Maio non serve la prigione per Matteo. Gli basterà – a lui e ai suoi nuovi compagni di strada – sventolare lo spettro dell’incandidabilità. Perché quando entri a palazzo di giustizia sai sempre come comincia e mai come finisce. Non servono quindici anni di condanna. A costoro sarà sufficiente una pena da servizi sociali. Come per Berlusconi.

Dopo il Cavaliere, il Capitano

Quando Giorgia Meloni diceva, dice e dirà “mai con il Pd, mai con i Cinquestelle“, andrebbe un po’ più ascoltata dai cosiddetti alleati, a partire da Salvini. Il Pd ha affondato il Cavaliere, Di Maio vuole cucinarsi il Capitano. Un capolavoro. 

Il guaio è che se continua un clima per cui ognuno pensa di poter marciare da solo, le conseguenze poi si hanno sul territorio, dove c’è chi fa il più realista del re. Una politica dispettosa non aiuta la coalizione. Un giorno succede in Umbria, il giorno dopo i capricci contro il governatore abruzzese Marsilio, poi la proposta di governissimo. Tutto questo non si comprende. Se Salvini invece recupera le ragioni dell’alleanza, non c’è più partita per nessuno. A volte, un ripensamento può essere gradito alla pubblica opinione, che chiede una squadra compatta.

Commenti

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  • piero 19 Dicembre 2019

    signori ITALIANI NON SO PIU COME DIRVELO!! SIETE DENTRO UN ASSE DI REGIME COMUNISTA CHE VUOLE FARLA FINITA CON LE IDEE(DEGLI ALTRI)PER FAVORE DATE UN CALCIO IN CULO AI MATTARELLA E NAPOLITANI DI TURNO, CHE SCHIFO!! DA NOI IN CANADA NON ENTRA NESSUNO SE NON SERVE, IO 1981 INTENZIONI DI RIMANERE, MI DISSERO DEVI USCIRE ,MENO CHE TI FANNO UN CONTRATTO DI LAVORO, E CHE NESSUN CANADESE LO PRETENDEVA GIUSTAMENTE. ANDAI DETROIT, E SICCOME NESSUNO RECLAMO QUEL LAVORO, MI CHIAAMRONO X ANDARE EMBASSY IN DETROIT A RITIRARE CARTA RESIDENZA. SALVINI STA’ FACENDO ANCHE TROPPO SECONDO LE LEGGI, I DELINGUENTI GLI VANNO CONTRO PERCHE HANNO PAURA DELLA FINE DEL REGIME

  • maurizio pinna 19 Dicembre 2019

    Condivido. Giorgia, indubbiamente, ha di suo una brillantezza d’ingegno unita alla capacità, precipuamente femminile, del famoso sesto senso, quel percepire gli accadimenti per tempo e guardarsi attorno a 360°, che a mio avviso è un po’ un limite per il Segretario della Lega. Poi, come ho avuto occasione di commentare ieri, probabilmente lo Stato Maggiore di FdI è più attrezzato, si muove meglio politicamente e non avrebbe mai sdoganato i diversamente compagni. La Lega con i clandestini ha osato troppo, comprendo la voglia di fare, ma è stato come un assalto frontale contro le mitragliatrici: molto eroico ma, alla fine, respinti con perdite.