Rimosso il manifesto blasfemo su Gesù. Molti preti “sardina” se ne accorgono solo ora
E va bene porgere l’altra guancia, proprio come ha insegnato Lui. Ma Lui, Gesù, non dimentichiamolo, è lo stesso che fece un macello tra le bancarelle dei mercanti che affollavano il sagrato del tempio di Gerusalemme. Scacciandoli. È vero che la fede, come la storia, non si fabbrica con i “se”. Ma nessuno ci può togliere dalla testa che se qualche filisteo, anziché di apostasia, lo avesse accusato di pedofilia per via del celebre «lasciate che i fanciulli vengano a me», Lui non l’avrebbe presa bene. E, forse, al suddetto, ipotetico, filisteo l’orecchio glielo avrebbe staccato piuttosto che riattaccarglielo come fece con Malco, il servo di Caifa mutilato da Pietro.
Vescovi e preti parlano su tutto. Ma da loro nessuna condanna
Ma poiché può capitare che Dio, come cantava De Andrè, «ha già troppi impegni» nell’Aldilà per dedicarsi alle umane quisquilie, era lecito attendersi una reazione da chi ne fa le veci “nell’aldiqua”. Niente di trascendentale, s’intende. Solo robe di questo mondo. Civile, mite e cristiano. Ad esempio, una “breve” su Avvenire o sull’Osservatore Romano, o magari una nota della Cei che oltre alla consueta condanna di Salvini censurasse anche il blasfemo manifesto su Gesù a membro eretto rimasto per tre giorni in orribile evidenza al Macro di Roma. Solo questo, mica il trattamento riservato ai dissacratori di Maometto del Charlie Hebdo.
Rimosso dal Macro il poster su Gesù
Invece niente, reazioni zero da quegli stessi ambienti che parlano tutto tutti gli altri giorni. Almeno fino all’arrivo della notizia che il manifesto era sparito, con tanto di scuse da parte del direttore del Macro. E solo allora scorre l’inchiostro. Prima no, pena l’accusa di oscurantismo che disturba certe tonache-sardine più dell’atroce blasfemia su Gesù. Ora, invece, il caso è chiuso senza che nessuno si sia esposto. E tanto basti. Di questi tempi, è già tanto se per salutare il mezzo miracolo del manifesto rimosso i vescovi non intonino Bella Ciao al posto del Te Deum.
Grande articolo Marzio,
snocciolato forse senza pensarci troppo, ma con stile, che gli articolisti degli altri giornali se lo possono solo sognare.
Complimenti ancora.
Fulvio Sachs