Rapporto Istat, aumentano gli italiani che emigrano: 816mila negli ultimi dieci anni

16 Dic 2019 15:25 - di Redazione
Istat

Aumentano gli italiani che si trasferiscono all’estero. Sono 816mila gli italiani emigrati negli ultimi 10 anni. Oltre il 73% ha 25 anni e più; di questi, quasi tre su quattro hanno un livello di istruzione medio-alto. A rivelarlo sono i dati dell’ultimo report dell’Istat sull’immigrazione. Calano invece gli immigrati  provenienti dal continente africano nel 2018. Il calo è pari al -17%.

Istat: aumenta la fuga all’estero degli italiani

Nel decennio 1999-2008 gli italiani che hanno trasferito la residenza all’estero sono stati complessivamente 428 mila a fronte di 380 mila rimpatri, con un saldo negativo di 48 mila unità. Dal 2009 al 2018 si è registrato un significativo aumento delle cancellazioni per l’estero e una riduzione dei rientri (complessivamente 816 mila espatri e 333 mila rimpatri). I saldi migratori con l’estero dei cittadini italiani, soprattutto a partire dal 2015, sono stati in media negativi per 70 mila unità l’anno.

La regione da cui emigrano più italiani, in valore assoluto, è la Lombardia. Con un numero di cancellazioni anagrafiche per l’estero pari a 22 mila. Seguono Veneto e Sicilia (entrambe oltre 11 mila). Lazio (10 mila) e Piemonte (9 mila). In termini relativi il tasso di emigratorietà più elevato si ha in Friuli-Venezia Giulia (4 italiani su 1.000 residenti).

I flussi di cittadini italiani diretti verso l’estero provengono principalmente dalle prime quattro città metropolitane per ampiezza demografica. Roma (8 mila), Milano (6,5 mila), Torino (4 mila) e Napoli (3,5 mila);

L’esodo maggiore da Sicilia e Campania

Ci si continua a spostare alla ricerca di un lavoro dal Sud verso il Settentrione e il Centro Italia. Un fenomeno in lieve aumento. Secondo il rapporto Istat sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente, nel 2018, sono oltre 117 mila i movimenti da Sud e Isole che hanno come destinazione le regioni del Centro e del Nord (+7% rispetto al 2017). A soffrire di questi esodi sono soprattutto la Sicilia e la Campania, che nel 2018 perdono oltre 8.500 residenti laureati, età media 25 anni.

L’andamento dei flussi migratori in ingresso nell’ultimo decennio evidenzia un calo generale delle immigrazioni per tutti i paesi esteri. Dopo l’incremento nei primi anni Duemila, i trasferimenti dall’estero hanno avuto un lento declino. Dal 2015 al 2017 le immigrazioni sono tornate ad aumentare per i flussi provenienti dai paesi mediterranei. Nel 2018, questi ingressi hanno subito una battuta d’arresto.

FdI: pressione fiscale e burocrazia fanno perdere talenti

«L’Istat certifica un aumento degli italiani che decidono di andare all’estero. La gran parte dei quali ha un livello di istruzione medio alto. Il nostro Paese, già indietro rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2020, perde talenti. Non è una novità che il nostro Paese stia perdendo costantemente attrattiva». È il commento della deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli. «Pressione fiscale insostenibile. Una burocrazia che costa alle imprese 57 miliardi ogni anno. Bassa crescita. Di questo passo, impossibile che un giovane laureato colga nel nostro Paese le opportunità per concretizzare le proprie idee. La manovra messa in campo dal governo  – conclude la Lucaselli – non fornisce a questo alcuna risposta. Finora infatti abbiamo assistito ad un ping pong su nuove tasse da inserire. E peraltro il decreto fiscale esalta l’idea dello Stato-Esattore. Non è questa la strada per rendere l’Italia un Paese competitivo».

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