Pinguini oscurati. Sgarbi contro la censura di Facebook: smettetela di rompere i co….ni (video)
Pinguini al contrattacco dopo la censura di Facebook. “Il gruppo Facebook dei Pinguini è stato chiuso definitivamente per motivi ancora non noti. Il fondatore sta provvedendo a fare una diffida a Facebook per l’accaduto. Non ci fermeremo. Ringraziamo il professor Vittorio Sgarbi per il sostegno che ci sta dimostrando. Ci appelliamo alla coscienza democratica degli organi di comunicazione a che diffondano al più presto quello che sta accadendo cioè una vera e propria censura alla libertà di pensiero ed espressione. Questa è una profonda forma di odio”. Lo annuncia Potito Perruggini, portavoce de “I Pinguini”, il gruppo nato in polemica col movimento delle sardine tolto di mezzo da Fb.
Una censura che Vittorio Sgarbi ha criticato in un video su youtube. “Siamo circondati da sardine – afferma il critico d’arte nel video – tutti postano questo ragazzo con i capelli stralunati che dice che non vuole fare politica ma allora perché va in piazza? Siano onesti, le sardine per odio a Salvini vanno in piazza, accusano Salvini di odiare, poi vedi tra loro uno scrittore che dice che è lì per capire, ma già hanno un colore”.
Sgarbi si chiede perché le sardine vanno bene e i pinguini no. “Non ho capito perché Fb sospende i pinguini, le sardine sì e i pinguini no? Sono 180mila, perché oscurarli? Facebook deve smettere di rompere i co….ni stabilendo ciò che è buono e ciò che è cattivo. Questo è una atteggiamento fascista. Chiaro Fb? Togliere i pinguini è un crimine”.
Caro Sgarbi capisco che facciano girare i barattoli, ma purtroppo occorre prendere atto che in Italia esiste un sistema bolscevico, che non ha la maggioranza dei voti ma il supporto dei compagni, siano gazzettieri o salottieri, radical o ex politici ed ex terroristi, ex canterini od ex atleti, insomma una folla di ex che va sistematicamente in piazzale Loreto, terrorizzata dal possibile ritorno di un personaggio già assassinato 100 volte, a cantare una canzone ingannevole che serve solo a ricordare 30mila morti ammazzati, colpevoli di non aver voluto acettare il pensiero unico